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Giornata mondiale dell’Ambiente 2021, la sfida è ripristinare gli ecosistemi

L’Onu lancia il decennio del ripristino degli ecosistemi: un’impresa globale che guarda alle nuove generazioni. Dietro la bandiera del #GenerationRestoration decine di iniziative per tutelare ambiente e biodiversità accelerando la transizione ecologica. Le Nazioni Unite: “Non fare nulla è almeno tre volte più costoso che il ripristinare l'ecosistema”

Giornata mondiale dell’ambiente 2021 (World Environment Day)
via depositphotos.com

Il 5 giugno si celebra la 47° Giornata mondiale dell’Ambiente

(Rinnovabili.it) – “Il degrado degli ecosistemi sta già mettendo a rischio il benessere del 40% dell’umanità. Per fortuna la Terra è resiliente: ma ha bisogno del nostro aiuto”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, introduce così la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 (World Environment Day) e il suo tema principale: il ripristino degli ecosistemi.

Una sfida cui l’Onu dà una veste epocale per farla indossare ad un’intera generazione, quella dei giovani e giovanissimi attivisti per il clima che dal 2019 hanno iniziato a diventare protagonisti nella società civile e nella politica. Le Nazioni Unite accompagnano questo percorso con lo slogan #GenerationRestoration e il lancio del decennio del ripristino degli ecosistemi con orizzonte 2030.

Perché celebriamo il World Environment Day

Il 5 giugno ricorre la Giornata Mondiale dell’Ambiente, giunta quest’anno alla 47° edizione. La prima si è tenuta nel 1974 con lo slogan “Only One Earth”. Tema che ha dato da sempre il tono a questa ricorrenza, dedicata alla consapevolezza critica verso l’ambiente e la sua tutela. L’urgenza invece è aumentata anno dopo anno.

Nel 1974, l’overshoot day, cioè il giorno in cui abbiamo consumato le risorse naturali che il mondo è capace di rigenerare in un anno e iniziamo a “rosicchiare” quelle del futuro, cadeva il 27 novembre. Quest’anno cadrà invece il 29 luglio, due mesi più presto. E per un paese come l’Italia, un paese avanzato con consumi elevati, la soglia l’abbiamo già passata: era il 13 maggio.

Ripristinare gli ecosistemi

Il messaggio di Guterres chiude su una nota positiva, invita a guardare al futuro più che al passato, e chiama all’azione. “Questo è il nostro momento. Non possiamo tornare indietro nel tempo. Ma possiamo coltivare alberi, rendere più verdi le nostre città, rinaturalizzare i nostri giardini, cambiare la nostra dieta e pulire i fiumi e le coste. Siamo la generazione che può fare pace con la natura. Diventiamo attivi, non ansiosi. Siamo audaci, non timidi. #GenerationRestoration”.

La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021 si concentra quindi sull’azione urgente per dare nuova vita agli ecosistemi danneggiati. Ripristinarli significa non soltanto riportarli a una condizione originaria, ma impostare una interazione diversa con loro, tra uomo e natura. Un’azione che per centrare l’obiettivo deve necessariamente avere un respiro globale. “Il ripristino dell’ecosistema è un’impresa globale su vasta scala”, ricorda l’Onu. “Significa riparare miliardi di ettari di terra – un’area più grande della Cina o degli Stati Uniti – in modo che le persone abbiano accesso a cibo, acqua pulita e lavoro”.

Le iniziative della Giornata Mondiale dell’Ambiente 2021

L‘evento principale della Giornata Mondiale dell’Ambiente sarà proprio il lancio del decennio del ripristino degli ecosistemi. Una ragnatela di iniziative sparse su tutti i continenti (e tutti gli oceani), dalla tutela delle mangrovie alla riforestazione guidata dal Pakistan, paese ospitante dell’edizione di quest’anno, con la sua iniziativa Ten Billion Tree Drive, dal ruolo che deve svolgere l’educazione delle prossime generazioni allo stabilire un dizionario comune per procedere allineati nei prossimi 10 anni.

All’interno di questa cornice trovano spazio decine e decine di altri eventi più puntuali, promossi a livello locale. Tutti insieme formano – questo l’auspicio dell’Onu – un vero e proprio movimento civico per il ripristino degli ecosistemi. Si parte con 50 iniziative-cardine su cui innestare nuovi rami nei prossimi anni: dalla tutela dei suoli agricoli contro l’erosione in Kenya al ripristino di alcuni punti caldi di biodiversità in Amazzonia, alla conversione di vecchie miniere di carbone sugli Appalachi statunitensi in “pozzi di carbonio”.

Sforzi che porteranno a benefici tangibili, ricordano le Nazioni Unite. “Da oggi al 2030, il ripristino di 350 milioni di ettari di ecosistemi terrestri e acquatici degradati potrebbe generare 9.000 miliardi di dollari di servizi ecosistemici, e rimuovere fino a 26 miliardi di tonnellate di gas serra dall’atmosfera. I benefici economici sono dieci volte superiori alla spesa per gli investimenti, mentre non fare nulla è almeno tre volte più costoso che il ripristinare l’ecosistema.