Rinnovabili • Gap di emissioni: l’accordo di Parigi è in mano al G20

Cancellare il gap di emissioni con l’obiettivo di Parigi? Basta il G20 (quasi) da solo

Le politiche climatiche dei 20 “grandi” mettono il mondo sulla traiettoria di riscaldamento globale di +2,4°C. Una loro decisione potrebbe cancellare ben 0,7°C di global warming a livello globale: basta che si allineino all’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi su clima

Gap di emissioni: l’accordo di Parigi è in mano al G20
Foto di jwvein da Pixabay

Il dossier di WRI e Climate Analytics sul gap di emissioni dagli 1,5°C

(Rinnovabili.it) – L’ultima riunione del G20 sul clima si è chiusa con un sonoro flop. Dal vertice di Napoli a luglio non solo non è uscito un comunicato abbastanza ambizioso, ma è persino saltato l’accordo sui punti più delicati. Nessun impegno sull’addio graduale al carbone, uno degli obiettivi principali della COP26 di Glasgow che si terrà a novembre. E nessun riferimento all’obiettivo degli 1,5°C con l’impegno a concentrare gli sforzi climatici da qui al 2030. Eppure, basterebbero impegni seri in sede di G20 per tenere l’accordo di Parigi davvero a portata di mano, riducendo al minimo il gap di emissioni tra quelle prodotte e la soglia massima permessa per contenere il riscaldamento globale.

Le 20 economie più avanzate del mondo sono responsabili del 75% dei gas serra a livello globale. Se adottano delle politiche realmente allineate con l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi – e anche l’unico che conta, sostiene l’IPCC – e fissano tutte l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, il gap di emissioni con Parigi a livello globale sarebbe minimo.

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I conti li hanno fatti il World Resource Institute e Climate Analytics in un dossier che parla chiaro fin dal titolo: Closing the gap. Basta che i paesi G20 si allineano a Parigi, e nei prossimi decenni il riscaldamento globale sarebbe contenuto a 1,7°C. Un’ottima notizia, visto che basterebbero relativamente pochi sforzi a livello globale per centrare l’obiettivo finale. Ma a che punto siamo adesso?

Il rapporto valuta gli effetti delle politiche che i paesi G20 hanno dichiarato nei loro NDC, i contributi nazionali volontari presentati finora. Il gap di emissioni, in questo caso, è ancora enorme: mette il mondo sulla traiettoria per un riscaldamento di 2,4 gradi entro la fine del secolo. Se poi negli NDC fossero incorporati anche gli ultimi annunci – per ora non formalizzati in alcun modo – il gap si ridurrebbe ancora, portando la temperatura globale al 2100 a +2,1°C rispetto all’era pre industriale.

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“Il G20 è responsabile della stragrande maggioranza delle emissioni globali, ed è chiaro da questo rapporto che abbiamo bisogno dell’azione combinata delle nazioni più ricche del mondo per limitare il riscaldamento a 1,5°C”, sostiene Bill Hare di Climate Analytics. “In vista del vertice sul clima di Glasgow, i governi del G20 devono impegnarsi a intraprendere un’azione molto più forte – per dimezzare le emissioni globali entro il 2030 – e mettere soldi sul tavolo per i finanziamenti per il clima”.

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