Le perdite peggiori nel sud-est asiatico, dove i boschi d’altura sono hotspot di biodiversità. Le foreste di montagna nel mondo sono l’habitat di oltre l’85% delle specie di uccelli, anfibi e mammiferi
Motoseghe e agricoltura hanno cancellato 780mila km2 di foreste di montagna in 20 anni
(Rinnovabili.it) – In 20 anni, in tutto il mondo, è scomparsa un’area di foreste di montagna grande due volte e mezzo l’Italia. Disboscamento, incendi e agricoltura hanno cancellato 780mila km2 di boschi d’altura, il 7% del totale globale. Soprattutto nelle aree tropicali, dove costituiscono un habitat preziosissimo per la grande biodiversità sostenuta. In generale, questo tipo di foreste ospita più dell’85% delle specie di uccelli, anfibi e mammiferi esistenti.
L’Europa “risparmiata” dalla perdita di foreste di montagna
La zona più colpita è il sud-est asiatico. Tra Cina, Vietnam, Myanmar, Laos e Cambogia si concentra più del totale globale di perdita di foreste di montagna: quasi 400mila km2, più della Germania. La seconda area più martoriata è invece nel Pacific North-West, a cavallo tra Stati Uniti e Canada. Qui sono spariti 185mila km2 di foreste di montagna. L’Europa è il continente con la perdita più contenuta: tra 2001 e 2018 sono spariti “appena” 34mila km2, pari alla superficie di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Trend in aumento di 2,7 volte
Lo rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica One Earth. Al di là del dato grezzo, ciò che preoccupa, secondo gli autori, è il ritmo di disboscamento in forte aumento. La tendenza oggi è 2,7 volte maggiore rispetto ai primi anni del secolo. Il 2010 è stato uno spartiacque. Lo studio rileva “una notevole differenza” nel tasso di perdita delle foreste montane: la perdita annuale di foreste di montagna è aumentata di oltre 1,5 volte, passando da meno di 35mila km2 annui nel periodo 2001-2009 a 52mila km2 annui nel periodo 2010-2018.
“La silvicoltura ha causato la maggiore perdita di foreste montane a livello globale”, sintetizzano gli autori. “Tuttavia, all’interno degli hotspot di biodiversità, l’agricoltura di base è stata il principale motore della perdita di foreste montane nel Sud-Est asiatico e la coltivazione itinerante è stata preminente nell’Africa tropicale e in Sud America”.