Uno studio sull’80% delle torce in uso negli Stati Uniti registra valori di metano in atmosfera incompatibili con i livelli di efficienza del flaring sbandierati dall’industria (e non basati su osservazioni sul campo)
Il gas non combusto in eccesso è il 4-10% delle emissioni di metano totali degli Usa
(Rinnovabili.it) – Quasi 3 milioni di auto in più in circolazione. Questo è il peso delle emissioni di metano “nascoste” nel flaring di gas. La pratica di bruciare in enormi fiammate il gas in eccesso presso gli impianti di estrazione, infatti, rilascerebbe in atmosfera fino a 5 volte più CH4 di quanto si credeva finora. Lo ha stabilito uno studio pubblicato su Science che analizza i dati di circa l’80% dei siti statunitensi dove viene usata questa pratica.
In teoria, al netto dell’utilità industriale e commerciale, il flaring di gas dovrebbe servire proprio per minimizzare la quota di metano disperso in aria. Secondo le stime dell’industria dell’oil&gas, in questo modo verrebbe bruciato il 98% del gas. Evitando che un gas serra con potere climalterante 82,5 volte maggiore della CO2 nei primi 20 anni di permanenza in atmosfera aumenti ulteriormente la crisi climatica.
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Ma queste stime sono molto ottimiste. Il team di ricercatori ha raccolto circa 300 campioni di aria prelevata in quota sopra le 3 formazioni principali di idrocarburi degli Stati Uniti, il bacino Permiano e l’Eagle Ford Shale in Texas e la formazione Bakken tra il North Dakota e il Montana. “Abbiamo scoperto che sia le torce non accese” a causa di malfunzionamenti del sistema o, più di frequente, per l’azione dei venti, “che la combustione inefficiente contribuiscono in modo comparabile alla distruzione inefficace del metano”, riassumono gli autori dello studio. Il risultato finale è questo: “le torce distruggono efficacemente solo il 91,1%” del CH4, non il 98%. Un dato, quest’ultimo, che non si basava su alcuna osservazione sul campo.
Il metano non dichiarato non è affatto poco. “Ciò rappresenta un aumento di cinque volte delle emissioni di metano rispetto alle ipotesi attuali”, sottolinea lo studio. Non solo. Questo metano fantasma “costituisce dal 4 al 10% delle emissioni totali di metano da petrolio e gas negli Stati Uniti”.
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