Domani la Commissione presenterà la sua proposta per assicurare che entro il 2030 i terreni europei sequestrino almeno 310 Mt di CO2. Molto critica la società civile: le soluzioni “nature-based” sono temporanee, mentre quelle tecnologiche come DACCS E BECCS sono troppo immature
In un appello, 200 ong chiedono all’Ue di cambiare la strategia sui cicli del carbonio sostenibili
(Rinnovabili.it) – La proposta Ue sui cicli del carbonio sostenibili ci porterà al “caos climatico” perché lascia molto spazio a false soluzioni per il clima. Invece di “trasformare radicalmente” il modo in cui produciamo il cibo e gestiamo gli ecosistemi, Bruxelles preferisce fare affidamento su soluzioni basate sulla natura e tecnologie per la riduzione diretta della CO2. Affidandosi al fatto che “prima o poi” queste soluzioni abbatteranno una certa quota di anidride carbonica dall’atmosfera. Cosa che è tutt’altro che certa. E, soprattutto, non affronta il vero problema: diminuire le emissioni assolute.
Lo scrivono in un appello alla Commissione Ue 200 Ong ambientaliste da tutto il mondo, alla vigilia del giorno in cui l’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen presenterà la tanto discussa strategia sui cicli del carbonio sostenibili. Una misura che, nelle intenzioni di Bruxelles, deve consentire all’Europa di raggiungere l’obiettivo di sequestrare almeno 310 Mt di CO2e nei terreni entro il 2030.
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“Poiché le emissioni sono cumulative, ogni tonnellata di emissioni attuali contribuisce al crescente caos climatico che vediamo in tutto il mondo: ondate di calore, crollo dei ghiacciai, intensificazione dei cicloni, perdite di raccolti, incendi selvaggi e inondazioni massicce, oltre ad altri impatti devastanti”, si legge nella lettera.
Ma i governi preferiscono rifugiarsi in false soluzioni per il clima: “La loro ultima fantasia di greenwashing è che le “soluzioni basate sulla natura” e le future tecnologie di “rimozione dell’anidride carbonica” (CDR) un giorno risucchieranno dall’atmosfera grandi quantità dell’attuale inquinamento da carbonio”. Una strategia che dà per scontato lo sforamento degli 1,5°C e prevede solo una possibilità – non la certezza – di riuscire a tornare sotto questa soglia durante il 21° secolo.
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Il piano che l’Ue sta per presentare è un tassello di una strategia climatica sempre più fallimentare, affermano le associazioni della società civile nell’appello che vede tra i firmatari FotE Germania, CIEL, Corporate Europe Observatory, l’italiana Recommon e il coordinamento europeo della Via Campesina. “In questa strategia, ogni tonnellata di CDR promessa per il futuro rappresenta emissioni che ci stanno portando più caos climatico oggi”, proseguono le ong. “Le CDR e i mercati di compensazione del carbonio sono una copertura per l’attuale inazione”.
Entrambe le soluzioni individuate dall’Ue vengono bocciate. Il carbon farming, scrivono, non è altro che un sequestro “temporaneo”, nel terreno, delle emissioni “permanenti” causate dalle fossili. Mentre altre false soluzioni per il clima come la cattura diretta dall’aria con stoccaggio di CO2 (DACCS) e la pratica analoga che si appoggia alla bioenergia (BECCS) sono tecnologie ancora immature e non in scala tale da poter contribuire a raggiungere i target Ue.