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Emissioni, tutte le novità per ETS, ETS 2 e ESR votate dall’Europarlamento

Regge l’accordo (al ribasso) sull’ETS parallelo per edifici e auto raggiunto in via informale settimana scorsa. Sull’ETS originale si prova a ritirare le quote più rapidamente. Messi nuovi limiti alla cessione di extra tagli di CO2 tra stati nell’ambito dell’Effort Sharing Regulation

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Foto di catazul da Pixabay

I tagli dell’ETS porteranno a -67% di emissioni

(Rinnovabili.it) – Un accordicchio sull’ETS per edifici e auto (che già in partenza non piaceva a molti). Qualche pennellata di ambizione al mercato del carbonio originale. Tagli nazionali alle emissioni “blindati” nell’Effort Sharing Regulation per costringere tutti i Ventisette a darsi da fare. Sono le novità principali che emergono dal voto in commissione Ambiente dell’Europarlamento su alcuni dei dossier più importanti del pacchetto Fit for 55, che punta a ridurre le emissioni di gas serra dell’UE del 55% entro fine decennio.

Sull’ETS gemello, il compromesso informale raggiunto la scorsa settimana tra gli eurodeputati ha retto alla prova dell’urna. Il mercato del carbonio di nuova introduzione metterà un prezzo alla CO2 a partire dal 2025 ma solo per gli attori commerciali. Per i privati è tutto rinviato al 2029, ma previa verifica che “alcuni criteri siano soddisfatti”. In pratica, nel 2026 si potrà rimettere in discussione l’obbligo per i privati, e anche cancellarlo.

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Sul mercato del carbonio originale, i ritocchi dovrebbero portare a una riduzione delle emissioni del 67% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Troppo poco, avverte CAN Europe: “è necessario un abbattimento di almeno il 70% per rendere il mercato del carbonio dell’UE coerente con l’obiettivo di 1,5°C dell’Accordo di Parigi”. Passa anche la proposta di ritirare più velocemente i permessi dall’ETS, una misura essenziale per tenere alti i prezzi della CO2 e spingere l’industria a decarbonizzare davvero. Secondo l’accordo le quote dell’ETS saranno ritirate al ritmo del 4,2% annuo il primo anno, per poi salire dello 0,1% ogni 12 mesi.

C’è poi una misura per contenere i prezzi della CO2: si potranno aggiungere permessi ogni volta che il prezzo delle quote resta per 6 mesi su valori doppi rispetto alla media dei 2 anni precedenti. Le quote gratuite sopravviveranno ancora per molti anni: la Commissione voleva cancellarle nel 2026, la commissione Ambiente ha prolungato il periodo fino al 2030.

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Infine, le novità per l’Effort Sharing Regulation. Il regolamento che decide gli sforzi per tagliare le emissioni di ciascun paese UE ha dei nuovi paletti. Gli stati non potranno vendere liberamente i “tagli in eccesso” ad altri paesi che sono indietro. Viene infatti introdotto un limite più basso, del 5%, rispetto al limite di emissioni annuale. La Commissione aveva proposto il 10%. Ma le quote-paese sarebbero calibrate male, denuncia CAN Europe: i parlamentari “hanno ignorato alcuni emendamenti per adeguare i livelli di emissione alla realtà, gonfiando così il bilancio delle emissioni di 180 Mt di CO2”.