Dal 1990 i gas serra generati da auto, navi e aerei sono aumentate del 25% e oggi continuano a crescere. La decarbonizzazione dei trasporti europei procede 3 volte più lenta del resto dell’economia. Un’analisi di Transport & Environment spiega come invertire la rotta e quali sono le priorità per la prossima Commissione UE
Oggi le emissioni dei trasporti UE sono 2,5 volte quelle generate dall’Italia
(Rinnovabili.it) – Anche se hanno raggiunto il picco nel 2007, oggi le emissioni di auto, camion e aerei in Europa stanno scendendo molto più lentamente di qualsiasi altro settore. Oggi la politica sembra prendere sottogamba il “problema nascente” delle emissioni dei trasporti UE, ma tra pochi anni, entro il 2030, la decarbonizzazione dell’economia lo renderà ben visibile: il settore peserà per il 44% dei gas serra totali.
Quella dei trasporti è l’unica curva emissiva che continua a crescere. Oggi auto e aerei in Europa inquinano ancora il 25% in più rispetto al 1990, generando circa 1.000 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (MtCO2eq) l’anno, due volte e mezzo quelle prodotte da un paese come l’Italia. Nel frattempo, la dipendenza degli europei dall’auto è aumentata negli ultimi decenni, le emissioni degli aerei sono raddoppiate e potrebbero triplicare se non si affrontano aspetti come le scie di condensazione.
Persino l’agricoltura, settore in gran parte risparmiato dalle politiche del Green Deal, ha una traiettoria in lieve declino. E nonostante l’attenzione riservata ai gas serra dei trasporti dalla Commissione von der Leyen, la portata di queste politiche riuscirà appena a ridurre le emissioni del 25% entro il 2040 e del 62% entro metà secolo rispetto ai livelli del 1990. Lo ha calcolato l’ong paneuropea Transport & Environment in una nuova analisi rilasciata oggi.
La ricetta per tagliare sul serio le emissioni dei trasporti UE
Quali sono le priorità per invertire la rotta? Su cosa dovrebbe puntare l’attenzione la prossima Commissione, che erediterà dall’attuale tutto il peso politico di affrontare un dossier come quello delle emissioni dei trasporti UE, diventato incandescente soprattutto per lo stop alle auto diesel e benzina di nuova immatricolazione a partire dal 2035?
Gli aspetti da considerare sono molti, risponde T&E. Innanzitutto bisogna impedire che la domanda cresca in modo strutturale: bisogna fermare l’espansione della capacità degli aeroporti e delle autostrade. In questo modo si limita anche la quantità di rinnovabili che saranno necessarie per decarbonizzare i trasporti.
Se qualche progresso si riscontra negli ultimi anni grazie alla diffusione crescente di auto elettriche, su questo punto l’Europa può fare molto di più. Servono, scrive T&E, “obiettivi ambiziosi e vincolanti” sulla vendita di EV per “le aziende che possiedono grandi flotte di veicoli”, in modo da farne un volano per la penetrazione delle auto elettriche e far crescere in fretta il mercato dell’usato rendendo così accessibili questi veicoli a chi ha minor disponibilità economica.
Le misure sulla domanda e l’accelerazione degli EV, da sole, potrebbero ridurre le emissioni dei trasporti UE di 213 MtCO2eq entro il 2040, calcola l’analisi dell’ong.
Ma ci sono altri provvedimenti che andrebbero presi. Efficientare il settore del trasporto marittimo taglierebbe altre 93 MtCO2eq già entro questo decennio. Puntare sull’elettrificazione invece di ascoltare le sirene dell’idrogeno per il trasporto su gomma è un altro elemento chiave: elettrificare è una scelta “2 volte più efficiente dell’idrogeno e 4 volte più efficiente dell’utilizzo dei carburanti elettrici”, continua il rapporto.
“I dati preliminari mostrano che lo scorso anno le emissioni del trasporto stradale si sono ridotte di 8 MtCO2eq e quelle del trasporto marittimo di 5 MtCO2eq. Questa riduzione è stata annullata dalla continua ripresa e crescita delle emissioni del trasporto aereo, che sono aumentate di 15 MtCO2”, segnala ancora T&E.