Secondo i dati di Kayrros, il bacino gasifero occidentale e quello orientale hanno avuto leak di metano per almeno 2,6 e 1,8 milioni di tonnellate. A parità di potere climalterante, si tratta di una quantità di emissioni paragonabile con quelle che l’intera Italia genera in un anno. L’Europa vorrebbe costruire una pipeline per accedere al gas turkmeno
Nel 2022, il paese asiatico ha generato 366 MtCO2eq solo dai due giacimenti di gas principali
(Rinnovabili.it) – Mentre il parlamento europeo tentenna sull’applicare le nuove regole per tagliare le emissioni di metano anche al gas importato dall’estero (il Ppe ci sta ripensando), un monitoraggio satellitare rivela gli enormi pennacchi di CH4 che si sprigionano dai siti estrattivi in Turkmenistan. Il paese asiatico è uno dei potenziali nuovi partner energetici su cui l’Europa ha puntato gli occhi per dire addio al gas russo. Ma nel 2022 le sue estrazioni di gas hanno inquinato quasi quanto l’Italia in un anno.
Quanto pesano le emissioni di metano del Turkmenistan?
Secondo i dati raccolti da Kayrros e pubblicati in esclusiva dal Guardian, il bacino gasifero occidentale del Turkmenistan, affacciato sul mar Caspio, ha totalizzato perdite di metano per 2,6 milioni di tonnellate nel 2022. Nello stesso periodo, l’altro grande bacino del gas del paese, quello orientale, ha perso almeno 1,8 milioni di tonnellate di CH4. Visto che il metano è un gas con potere climalterante 82,5 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni in atmosfera, i gas serra emessi sono pari a 366 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. L’Italia nel 2021 ne ha emessi 418.
Da dove arriva tutto questo metano? In parte si pensa che le emissioni così copiose derivino dal passaggio dal flaring al venting. Con il flaring, il metano in eccesso viene bruciato rilasciando in atmosfera CO2. Il processo ha meno impatto ambientale ma è facilmente monitorabile. Con il venting, invece, si rilascia direttamente il metano, che risulta invisibile e, fino a pochissimo tempo fa, era difficilmente monitorabile. Ora, la tecnologia per il monitoraggio satellitare è diventata abbastanza affidabile da riuscire a individuare questi leak. Tra il 2019 e il 2022, secondo Kayrros, il Turkmenistan ha avuto oltre 840 eventi superemissivi del tenore di alcune tonnellate l’ora. Più di qualsiasi altro paese al mondo.
“Il metano è responsabile di quasi la metà del riscaldamento a breve termine e finora non è stato assolutamente gestito: era completamente fuori controllo”, ha dichiarato al quotidiano britannico Antoine Rostand, presidente di Kayrros. “Sappiamo dove sono i super-emettitori e chi lo fa. Abbiamo solo bisogno che i politici e gli investitori facciano il loro lavoro, ovvero che diano un giro di vite alle emissioni di metano. Non c’è un’azione paragonabile in termini di riduzione degli impatti climatici a breve termine”.