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Sulle emissioni di metano, l’UE vuole diventare la prima della classe

Obiettivi vincolanti di riduzione per tutti i Ventisette e obbligo legale per le compagnie di chiudere eventuali fuoriuscite dalle infrastrutture. Agricoltura, allevamento, rifiuti e importazioni gli ambiti dove bisogna agire secondo l’Europarlamento. A dicembre sono attese nuove misure sul metano dalla Commissione

emissioni di metano
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Passa con 563 sì la posizione di Strasburgo sulle emissioni di metano

(Rinnovabili.it) – La riduzione delle emissioni di metano deve avere degli obiettivi vincolanti per tutti i paesi membri. E va introdotto un obbligo legale che imponga alle compagnie di riparare le fuoriuscite di gas dalle infrastrutture. Sono le richieste messe sul tavolo dal parlamento europeo per fare della politica UE in materia uno standard di riferimento a livello globale.

Con 563 voti a favore, 122 contrari e 11 astenuti, l’aula di Strasburgo ieri ha dato manforte alla Commissione. L’esecutivo UE presenterà a dicembre delle misure aggiuntive per ridurre le emissioni di metano e l’Europarlamento ha scelto di sposarne in pieno l’ambizione.

Il metano è un gas serra con potere climalterante circa 80 volte superiore a quello della CO2, nei primi 20 anni in cui resta in atmosfera. L’IPCC calcola che circa metà del riscaldamento globale accumulato dall’epoca preindustriale a oggi sia da imputare proprio alle emissioni di metano.

Cosa chiede Strasburgo sulle emissioni di metano

Un punto sottolineato dal parlamento UE quando ricorda che tagliare le emissioni di metano è il modo migliore per affrontare la crisi climatica nel brevissimo periodo perché ottimizza benefici e costi allo stesso tempo. Per questo, dicono i deputati europei, alla COP26 di Glasgow che inizia il 1° novembre bisogna costruire un patto globale sul metano. Un embrione è nato poche settimane fa e ha come promotori UE e USA: i paesi che aderiscono si impegnano a tagliare le emissioni del 30% entro il 2030; al momento sono 36, rappresentano il 60% del Pil globale e quasi 1/3 delle emissioni di metano mondiali.

Nel mirino del parlamento UE finiscono tutte le fonti antropiche di questo gas serra. A partire dall’agricoltura e dall’allevamento, in particolare di ruminanti. Qui il suggerimento è di affrontare il tema anche attraverso politiche ad hoc sul commercio internazionale: Strasburgo chiede “nuove misure negli Stati membri per ridurre al minimo tali emissioni, garantendo al contempo che la produzione alimentare non venga semplicemente spostata al di fuori dell’UE, insistendo sul fatto che le importazioni da paesi non UE soddisfino gli stessi standard elevati dei prodotti fabbricati nell’UE”.

E ancora, sul fronte dei rifiuti, i deputati vogliono obiettivi vincolanti per quelli commerciali e industriali in ogni Stato membro, ma anche un’azione “alla fonte”: nuovi obiettivi di riduzione dei rifiuti da inserire nella direttiva Rifiuti e nella direttiva Discariche. Infine, sul capitolo energia, oltre agli obblighi di riparare eventuali leak, l’aula chiede di importare solo quelle fonti fossili che rispettano gli standard climatici UE. Un passaggio che risuona anche nelle parole della commissaria all’Energia Kadri Simson: “Stiamo anche esplorando la possibilità di incentivare la riduzione delle emissioni di metano al di fuori dell’UE, dai nostri partner commerciali. L’UE è un importatore globale di combustibili fossili e deve utilizzare questa leva per promuovere gli impegni sulle emissioni di metano tra i suoi fornitori”. (lm)