Rinnovabili • Emissioni di metano: l’ONU lancia la crociata per abbatterle

L’Europa fa la timida sulle emissioni di metano

Secondo le anticipazioni, il documento preparato dalla Commissione non fissa obiettivi vincolanti sui volumi emissivi e non adotta la linea dura con i paesi esportatori di gas e petrolio (da cui dipende il 95% delle emissioni di metano legate al consumo UE)

Emissioni di metano: l’ONU lancia la crociata per abbatterle
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La nuova strategia UE sulle emissioni di metano sarà presentata il 14 dicembre

(Rinnovabili.it) – Tanto monitoraggio ma nessun obiettivo vincolante. E un approccio fin troppo tenero con gli importatori. La nuova strategia europea sulle emissioni di metano sta prendendo forma, ma la bozza assemblata dalla Commissione finora non brilla per coraggio. E non raccoglie molte delle richieste del Parlamento europeo.

Agli operatori interni al mercato europeo, Bruxelles chiede trasparenza e dati, dati, dati. Le compagnie dell’oil&gas attive in Europa dovranno presentare delle stime sulle loro emissioni di metano entro 1 anno dall’entrata in vigore della strategia. Poi avranno l’obbligo di effettuare delle misurazioni dirette delle emissioni per altri 12 mesi, andando così a regime con il processo di monitoraggio. Il documento della Commissione prevede che gli operatori debbano riparare prontamente le perdite e controllare le loro infrastrutture a intervalli di 3 o di 6 mesi.

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Le nuove regole consentiranno un monitoraggio accurato e limiteranno di molto l’entità dei leak, ma riguardano solo le operazioni condotte all’interno dell’UE che pesano molto poco sul totale globale delle emissioni di metano: appena il 5%. Sul fronte delle emissioni di metano “importate” – quelle più cospicue, con la Russia come primo fornitore – l’atteggiamento della Commissione sembra decisamente più soft.

Bruxelles non imporrà alle compagnie estere di fare dei controlli più accurati: si limiterà a usare una serie di strumenti per fare pressioni e incentivare i paesi terzi a ridurre le emissioni. Tra questi, un database per la trasparenza del metano che raccoglie i regolamenti in vigore nei paesi esportatori verso l’UE e uno “strumento di monitoraggio dei super-emettitori”. Quest’ultimo consiste semplicemente nel monitoraggio sistematico via satellitare dei mega-leak di metano, una pratica già in corso. Non ci sarà quindi un approccio standard ma un dialogo bilaterale ad hoc, con cui l’UE proporrà soluzioni ritagliate sul caso specifico.

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La strategia europea sulle emissioni di metano sarà pubblicata ufficialmente il 14 dicembre e la versione attuale può ancora essere modificata. Finora sembra un documento in tono minore, ben distante da quello auspicato dall’Europarlamento ma anche dagli impegni sottoscritti da Bruxelles con la Global Methane Pledge, lanciata insieme agli USA e uno dei pilastri della mitigazione alla COP26 di Glasgow, con cui punta a tagliare del 30% le sue emissioni entro il 2030.

Manca, ad esempio, la copertura forte di fonti di metano diverse dall’oil&gas come l’agricoltura, l’allevamento e le discariche. Mancano anche degli obiettivi vincolanti per i produttori energetici. E non c’è traccia di un approccio più rigido verso i paesi fornitori che parta dalla richiesta di fare controlli della stessa qualità di quelli europei. (lm)