La Global Methane Pledge lanciata da USA e UE a metà settembre inizia a raccogliere adesioni importanti: ormai rappresenta il 60% del Pil mondiale e il 30% delle emissioni di metano
Conto alla rovescia per le emissioni di metano alla COP26?
(Rinnovabili.it) – Si allunga la lista di paesi che vogliono dare un taglio netto alle emissioni di metano. Sono 24 i nuovi Stati che hanno deciso di aderire al Global Methane Pledge, l’iniziativa capitanata da Unione Europea e Stati Uniti contro questo gas serra lanciata a metà settembre. Una buona notizia in vista della COP26 di Glasgow, dove all’impegno sulla CO2 potrebbe affiancarsi una promessa concreta per il taglio delle emissioni di metano.
La lotta globale alle emissioni di metano
La Global Methane Pledge prevede che gli aderenti abbattano le loro emissioni di metano del 30% entro il 2030. Uno sforzo importante per molte ragioni. Il metano è un gas serra che rimane in atmosfera per meno tempo della CO2 ma ha potere climalterante fino a 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. In più, c’è proprio il metano dietro a circa metà del riscaldamento globale accumulato finora.
Abbattere le emissioni di CH4, quindi, rafforza l’azione climatica nel breve periodo, come richiesto anche dall’ultimo aggiornamento del report IPCC, e affronta un aspetto spesso tralasciato dalla lotta contro il cambiamento climatico.
I settori interessati per gli sforzi per tagliare le emissioni di metano non saranno solo le infrastrutture di petrolio e gas e le miniere di carbone abbandonate, già al centro dell’attenzione perlomeno delle politiche americane ed europee. Il documento cita espressamente anche l’agricoltura e i rifiuti.
Chi sono i nuovi paesi aderenti?
L’iniziativa di Bruxelles e Washington aveva ricevuto un’accoglienza tiepida, perlomeno all’inizio. I primi aderenti erano stati Argentina, Ghana, Indonesia, Iraq, Italia, Messico e Gran Bretagna, oltre ovviamente a USA e UE. Troppo poco per incidere sul serio. Con i nuovi paesi saliti a bordo, invece, la Global Methane Pledge riunisce ormai il 60% del PIL mondiale e il 30% delle attuali emissioni di metano. In più, sono della partita 9 dei primi 20 paesi emettitori di questo gas serra.
I nuovi arrivati sono Canada, Repubblica Centrafricana, Congo-Brazzaville, Costa Rica, Costa d’Avorio, Repubblica democratica del Congo, Stati federati di Micronesia, Francia, Germania, Guatemala, Guinea, Israele, Giappone, Giordania, Kirghizistan, Liberia, Malta, Marocco, Nigeria, Pakistan, Filippine, Ruanda, Svezia, Togo. Particolarmente importante l’adesione del Canada e della Nigeria, grandi produttori di idrocarburi.
(lm)