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Record assoluto di calo emissioni di gas serra in Cina, -230 MtCO2 da aprile a giugno

Per la 4° volta consecutiva, i dati trimestrali dei gas climalteranti emessi da Pechino hanno il segno meno. Non era mai successo prima. Il primato sia in termini relativi che assoluti. Lockdown e crescita delle rinnovabili tra le cause

Emissioni di gas serra: continua il calo in Cina, -8% nel Q2
Photo by Anton Eprev on Unsplash

La flessione delle emissioni di gas serra prosegue da giugno 2021

(Rinnovabili.it) – Meno 8%, pari a 232,6 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2). È la riduzione delle emissioni di gas serra che la Cina ha registrato nel secondo quadrimestre 2022. Una cifra da record, la più alta almeno da 10 anni a questa parte, sia in termini relativi che assoluti. Che prolunga una curva in discesa ormai da un anno. E supera anche la decrescita registrata nei primi tre mesi del 2020, quando Pechino aveva subìto il colpo maggiore con i lockdown causa Covid-19. Allora, il rallentamento aveva sfiorato le 180 MtCO2.

Le cause? Sono molte, in parte legate alla corsa dell’energia pulita e in parte dovute all’intreccio di crisi energetica e pandemica. “L’ultimo calo trimestrale è stato determinato dal continuo crollo immobiliare della Cina, dalle severe misure di controllo del Covid, dalla debole crescita della domanda di elettricità e dalla forte crescita della produzione rinnovabile”, spiega Lauri Myllyvirta in un’analisi per Carbon Brief.

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Le due voci principali che hanno trainato verso il basso le emissioni di gas serra sono trasporti e cemento. Crolla dell’11% l’output delle raffinerie tra aprile e giugno, segnale del peso che hanno avuto i lockdown per Covid-19 – sempre più numerosi con la politica Zero Covid voluta dal presidente Xi Jinping – sul traffico veicolare. Nello stesso periodo, il contributo emissivo del cemento e dell’acciaio è crollato. La produzione del primo scende del 18%, effetto della crisi immobiliare cinese.

Scende poi del 6% l’uso di carbone termico, che dipende dalla combinazione di crescita delle rinnovabili e una crescita della domanda elettrica molto tenue. “Mentre l’energia termica – in gran parte carbone – continua ad essere aggiunta alla rete, le aggiunte nel 2022 sono al tasso più basso degli ultimi cinque anni”, si legge nell’analisi. Laddove eolico e solare hanno continuato a macinare record mensili.

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Il prossimo trimestre potrebbe avere dati piuttosto diversi. “Le emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica sono aumentate nei mesi di luglio e agosto, in quanto un’ondata di caldo record ha aumentato la domanda di elettricità per il condizionamento dell’aria e la siccità ha influito sulla produzione di energia idroelettrica in un periodo in cui solitamente c’è una buona disponibilità di acqua”, nota l’analisi.