Rinnovabili • Emissioni delle navi: i nuovi target IMO non rispettano l’accordo di Parigi

L’ONU fa finta che le emissioni delle navi non siano un problema

Nuovi target obbligatori sui tagli dell’intensità di carbonio, ma sono quasi indistinguibili dal calo che sarebbe avvenuto con il business as usual. Per T&E sono solo “misure cosmetiche”, mentre la Clean Shipping Coalition avverte: così siamo lontanissimi dal rispettare Parigi

Emissioni delle navi: i nuovi target IMO non rispettano l’accordo di Parigi
Foto di WorldInMyEyes da Pixabay

Dal 10 al 17 giugno si è tenuto il vertice IMO sulle emissioni delle navi

(Rinnovabili.it) – Dall’ultimo vertice dell’IMO arriva una conferma: sulle emissioni delle navi, l’ONU non sa o non vuole decidere proprio nulla. Come tutti i vertici precedenti negli ultimi anni, anche il 76° incontro del Marine Environment Protection Committee (MEPC 76) non ha brillato per ambizione climatica. Le decisioni adottate dall’organismo dell’Organizzazione marittima internazionale sono così poco incisive che è difficile persino capire se non si sarebbero raggiunti gli stessi obiettivi di taglio emissioni senza fare nulla.

Il punto principale riguarda la riduzione dell’intensità di carbonio del trasporto marittimo. Il nuovo obiettivo, obbligatorio per tutti ma solo a partire da novembre 2022, è un taglio dell’1,5% annuo. Pochissimo: praticamente a portata di mano con qualche correzione di rotta e aggiustamenti nei carburanti. Per avere un’idea più precisa della mancanza di ambizione basta confrontare questo 1,5% con la percentuale di riduzioni che sarebbe necessaria per rispettare l’accordo di Parigi. Per John Maggs della Clean Shipping Coalition, la nuova cifra sull’intensità del carbonio non è “nemmeno vicino al miglioramento annuale del 7% necessario” per mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C.

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Il vertice IMO riserva notizie anche peggiori. In pratica l’organismo ONU fa cartello: all’incontro è stato ribadito che iniziative regionali o nazionali con più ambizione climatica sono viste di malocchio. Uno schiaffo in faccia a chi – ad esempio l’Unione Europea – potrebbe provare ad alzare i target unilateralmente e stimolare il resto del comparto a una corsa al rialzo con ricadute positive per il clima.

Per Faig Abbasov di T&E, l’obiettivo di efficienza delle navi pattuito è “irrimediabilmente debole”. La proposta mostra totale disprezzo per la scienza del clima e non è altro che una misura cosmetica. Nel frattempo, l’IMO si sta intromettendo negli affari democratici dell’UE cercando di frenare i suoi piani per ridurre l’inquinamento delle navi. Questo è inaccettabile”. Tanto più che le emissioni delle navi pesano per il 13% del totale europeo. E tra meno di un mese, il 14 luglio, Bruxelles presenterà il piano per includere le emissioni navali nell’ETS UE.

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Poche le altre decisioni adottate al vertice. Tra queste spicca il bando all’uso di olio combustibile denso (HFO) per la navigazione nell’Artico. Arriva così l’adeguamento che allinea Polo Nord e Polo Sud: il divieto relativo alle acque dell’Antartide era in vigore già dal lontano 2011.