Il divario tra le emissioni attuali e quelle compatibili con i due obiettivi dell’accordo di Parigi è ancora ampio: almeno 0,7°C. Produciamo 28 GtCO2e di troppo, ogni anno, per centrare il target degli 1,5 gradi. Si può fare di più sul metano
L’Unep pubblica il consueto Emission Gap Report
(Rinnovabili.it) – La traiettoria del riscaldamento globale punta ancora troppo verso l’alto: stiamo andando verso un mondo 2,7°C più caldo. È la soglia a cui ci portano le attuali promesse climatiche. E nel conto sono già incluse le più recenti, annunciate in vista della COP26 di Glasgow. Il loro contributo è davvero minimo: cancellano appena il 7,5% delle emissioni previste da qui al 2030, mentre il calo dovrebbe essere del 30% per restare nei limiti dei 2 gradi e del 55% per rispettare l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi (1,5°C). Lo rivela l’Emission Gap Report 2021 dell’Unep, l’Agenzia per la protezione ambientale dell’Onu, giunto quest’anno alla 12° edizione.
Il dossier misura il distacco tra le emissioni attuali e i volumi emissivi che ci possiamo permettere per centrare gli obiettivi climatici. Secondo i conti dell’Emission Gap Report 2021, nei prossimi 8 anni dobbiamo tagliare almeno 28 GtCO2e (mln di t di anidride carbonica equivalente) in più, ogni anno, rispetto ai tagli già previsti nei piani al 2030. Il riferimento sono sia gli NDC, i contributi nazionali volontari presentati ufficialmente all’Onu dai paesi (anche se non tutti li hanno già aggiornati quest’anno, come richiesto), sia le promesse e gli annunci con orizzonte 2030.
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L’impresa è colossale: “Per mettere questo numero in prospettiva, le emissioni di anidride carbonica da sole dovrebbero raggiungere 33 Gt nel 2021. Se si considerano tutti gli altri gas a effetto serra, le emissioni annuali si avvicinano a 60 GtCO2e”, si legge nell’Emission Gap Report 2021. E anche se puntassimo soltanto alla soglia più alta, quella di 2 gradi, dovremmo comunque cancellare ogni anno fino al 2030 almeno 13 GtCO2e.
Siamo realmente in alto mare, quindi. Il rapporto dell’Unep prova a tracciare una via per andare avanti: “le promesse di neutralità climatica possono fare davvero la differenza”. Il problema, lo riconosce lo stesso Unep, è che di promesse di questo tipo ne sono state avanzate molte (49 paesi più l’UE): quello che manca sono piani dettagliati, concreti e credibili, con obiettivi anche a breve e medio termine. “Se pienamente attuati, questi impegni potrebbero portare l’aumento della temperatura globale previsto a 2,2°C, fornendo la speranza che ulteriori azioni potrebbero ancora prevenire gli impatti più catastrofici del cambiamento climatico”.
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Altri fronti su cui agire immediatamente: emissioni di metano. USA e UE stanno provando a strappare un accordo globale – o qualcosa di molto simile – alla COP26, con l’obiettivo di tagliare questi gas serra del 30% entro fine decennio. Finora hanno l’adesione di una trentina di paesi che rappresentano l 60% del Pil mondiale e il 30% delle emissioni di CH4. Per ridurre il gap emissivo, dice l’Unep, bisogna affrontare sia il lato dei combustibili fossili, sia quelli di rifiuti e agricoltura.
“Le misure tecniche a costo zero o a basso costo disponibili da sole potrebbero ridurre le emissioni di metano antropogenico di circa il 20 per cento all’anno. L’implementazione di tutte le misure, insieme a misure strutturali e comportamentali più ampie, potrebbe ridurre le emissioni di metano antropogenico di circa il 45 per cento”, sostiene l’Emission Gap Report 2021. (lm)