Rinnovabili • Elezioni Argentina: cosa pensa del climate change il nuovo presidente Javier Milei Rinnovabili • Elezioni Argentina: cosa pensa del climate change il nuovo presidente Javier Milei

Javier Milei, l’uomo che parla con Dio e nega il climate change ha vinto le elezioni in Argentina

Nel programma elettorale di La Libertad Avanza, il veicolo politico del neo-presidente, clima e ambiente sono praticamente assenti. Ma Milei ha dichiarato di non credere al ruolo dell’uomo nell’influenzare il clima della Terra, sostiene che il climate change sia una “bugia socialista” e promette di abbandonare l’Agenda 2030 dell’ONU perché sarebbe un’imposizione del “marxismo culturale”

Elezioni Argentina: cosa pensa del climate change il nuovo presidente Javier Milei
crediti Ilan Berkenwald via Flickr CC BY-SA 2.0 DEED

Al ballottaggio il leader dell’estrema destra anarco-capitalista ha sconfitto l’uscente Sergio Massa

(Rinnovabili.it) – In campagna elettorale, il nuovo presidente dell’Argentina Javier Milei si è fatto conoscere per aver impugnato una motosega durante una manifestazione (per “tagliare” i ministeri inutili) e aver spiegato che grazie a una medium è entrato in contatto con il suo cane Conan, morto nel 2017, e poi anche con molte persone famose morte. E pure con Dio, che gli avrebbe affidato la missione di guidare il paese. Dopo aver vinto, ieri sera, le elezioni in Argentina, il leader del partito di ultra-destra La Libertad Avanza promette di portare alla Casa Rosada le sue idee anarco-capitaliste e ultra-liberiste. Ma cosa pensa Milei del riscaldamento globale e delle politiche climatiche?

Le elezioni in Argentina, il “marxismo culturale” e il cambiamento climatico

Javier Milei incarna più di ogni altra personalità politica al potere oggi la figura del negazionista climatico. E lo fa pescando a piene mani dal repertorio che l’estrema destra ha messo insieme in questi anni per normalizzare se stessa. Un indizio molto chiaro lo si trova nel riferimento di Milei al “marxismo culturale”.

Per il neo-presidente, come per gran parte dell’estrema destra in tutto il mondo, l’Occidente sarebbe schiavo di un’egemonia schiacciante e totalitaria della cultura marxista. Tv, media in genere, discorso pubblico (il ‘politicamente corretto’), istituzioni e università sarebbero occupate da una congrega di marxisti che detengono il potere a scapito del resto della popolazione. Una versione “rossa” delle più famose teorie del complotto antisemite, dai Savi di Sion in giù.

Tra le tante nefandezze compiute dai marxisti al potere ci sarebbe anche quello che Milei presenta come il grande inganno: il riscaldamento globale. Il cambiamento climatico, secondo il nuovo leader dell’Argentina, uno dei 30 paesi che emette più gas serra al mondo, non sarebbe altro che “una bugia del socialismo” e tutto il discorso scientifico sul climate change servirebbe solo a generare paura nella popolazione per far passare politiche favorevoli ai soliti noti. Per queste ragioni, Milei vuole disattendere anche l’Agenda 2030 dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, venendo meno agli obblighi internazionali presi dai suoi predecessori. Una mossa non distante da quella compiuta da Trump con l’Accordo di Parigi.

Nessuna agenda per il clima?

Il fatto che nel programma con cui Javier Miliei ha vinto le elezioni in Argentina contro l’uscente Sergio Massa – di cui era stato consigliere economico qualche anno fa – non ci siano punti su clima e ambiente non significa che il neopresidente non abbia una qualche agenda in mente. La si può ricostruire sulla base di come ha votato in Parlamento negli ultimi anni e di alcune dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale.

Oltre ad aver votato contro l’istituzione di tre parchi nazionali nel paese, Milei è arrivato ad affermare che, in nome dell’ultraliberismo alla Milton Friedman – l’ideologo della scuola di Chicago – un’azienda dovrebbe essere libera di inquinare un fiume senza alcun tipo di restrizioni. D’altronde, con la motosega voleva tagliare anche il ministero dell’Ambiente.

E ha ripetutamente negato che i fattori antropici abbiano qualche rilevanza nell’influenzare il sistema climatico terrestre. Lo ha fatto anche durante uno dei dibattiti di questa campagna elettorale, a inizio ottobre, attribuendo l’attuale aumento delle temperature globali alla variabilità naturale del clima. In altri casi ha rispolverato un grande classico del negazionismo, cioè l’idea che tutto il discorso sul global warming sia una bufala montata ad arte visto che solo pochi decenni fa alcuni scienziati parlavano di “raffreddamento globale”. (In effetti dopo l’optimum climatico dell’Olocene la temperatura della Terra è gradualmente scesa – fino all’inizio dell’età industriale, quando la curva si è invertita in modo tale da non poter essere spiegabile se non con il ruolo determinante delle emissioni antropiche).

Sul versante energia, Milei – come tutti gli altri candidati – vuole moltiplicare gli investimenti nell’oil&gas, e soprattutto nel giacimento di gas fossile di Vaca Muerta. Per il presidente che vorrebbe abolire la banca centrale e far diventare il dollaro statunitense la nuova divisa nazionale, l’export di idrocarburi è un buon modo per incamerare dollari. E pazienza se proprio da questo settore, oggi, derivano più del 50% delle emissioni nazionali. Per lo stesso motivo, Milei è anche a favore di uno sviluppo massiccio dell’industria nazionale dell’estrazione del litio, attività che ha forti impatti ambientali – su cui il suo programma però tace completamente.