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Tutti i numeri della distruzione delle foreste tropicali nel 2021

La deforestazione colpisce soprattutto in Brasile, ma sono Cambogia e Laos i paesi dove scompare la percentuale maggiore di copertura forestale. Promossa (con riserva) l’Indonesia, bocciato il Brasile

Distruzione delle foreste tropicali: nel 2021 scomparsi 111mila km2
Foto di Bernd Stoll da Pixabay

 Il rapporto di WRI sulla distruzione delle foreste

(Rinnovabili.it) – Prendete l’Italia, dividetela in tre parti uguali e sceglietene una. Poi immaginatela ricoperta di alberi: un’unica, vasta foresta. Andate avanti veloce di 12 mesi e la ritrovate senza una singola pianta. Avete ottenuto un’idea più precisa di quanto ha corso la distruzione delle foreste tropicali l’anno scorso.

I numeri della distruzione delle foreste tropicali

Nel solo 2021, in tutto il mondo le motoseghe hanno cancellato 111mila chilometri quadrati di foreste nella fascia a ridosso dell’equatore. Inclusi 37.500 km2 di foreste primarie, le più preziose perché svolgono ruoli chiave per tutelare la biodiversità e per lo stoccaggio di carbonio.

Sono i dati contenuti nel rapporto Forest Pulse: The Latest on the World’s Forests preparato dal World Resource Institute (WRI) su dati raccolti dall’università del Maryland e disponibili sulla piattaforma Global Forest Watch. Il paese dove la distruzione delle foreste vergini è stata più massiccia in termini assoluti è il Brasile con quasi 15.500 km2, seguito dal Congo Kinshasa (quasi 5.000), Bolivia (poco meno di 3.000) e Indonesia (circa 2.000).

Ma in termini relativi, ovvero rispetto all’area forestale complessiva, è la Cambogia il paese più colpito. In 12 mesi è sparito l’1,5% delle foreste del paese del sud-est asiatico, che in questa classifica è seguito dal Laos con l’1% e dalla Bolivia con lo 0,7%.

In alcuni (pochi) casi, il WRI segnala una tendenza positiva. Come in Indonesia, dove per il 5° anno di fila la distruzione delle foreste si è ridotta grazie alle politiche del governo, con una flessione del 25% rispetto al 2020. Ma non è detto che continui così. “I prezzi della palma da olio, che tendono a essere correlati alla deforestazione legata alla palma da olio, hanno iniziato a salire nel 2020 e sono ora ai massimi da 40 anni”, spiega il rapporto. “Il blocco temporaneo dei permessi per nuove piantagioni di palma da olio non è stato rinnovato l’anno scorso, aprendo la porta all’espansione delle piantagioni in risposta all’aumento dei prezzi”.

Tutto l’opposto la situazione in Brasile. Le perdite che non dipendono da incendi (quasi 12.000 km2), che nel paese sono spesso associate all’espansione agricola, sono aumentate del 9% dal 2020 al 2021. “La perdita della foresta primaria in Brasile è particolarmente preoccupante, date le nuove prove che la foresta pluviale amazzonica sta perdendo resilienza e potrebbe essere più vicina a un punto di svolta di quanto si pensasse in precedenza, in cui le interazioni tra deforestazione, cambiamento climatico e incendi portano alla trasformazione irreversibile di aree massicce dell’Amazzonia in una savana”, avverte il rapporto.