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Cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico, capisaldi per il nostro Recovery

L’appello del Wwf rivolto al governo per avere chiarezza sugli interventi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, dal taglio delle emissioni di gas serra alle misure fiscali, dalle infrastrutture alla mobilità elettrica fino a “un percorso per l’idrogeno verde”, e alla difesa della natura

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Foto di Peggy Choucair da Pixabay

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Taglio delle emissioni di gas serra, contrasto ai cambiamenti climatici, lotta al dissesto idrogeologico e difesa della natura. Questi i capisaldi su cui il Wwf chiede siano incentrati i progetti delle nostre Linee guida per il Recovery plan, il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). E in appello pubblico il Wwf intende avere chiarezza sugli interventi; e “quali e quanti dei 100 progetti” del Pnrr siano “specificamente destinati ad azioni per il contrasto ai cambiamenti climatici e alla tutela della biodiversità e del territorio”.

I punti su cui si concentra il Wwf riguardano in senso ampio l’ambiente. E in particolare chiede spiegazioni su quali progetti consentano di arrivare a “un obiettivo ambizioso intermedio di abbattimento delle emissioni di gas serra al 2030”, tenendo presente che l’Europarlamento ha chiesto un taglio del 60%; ma per il Wwf servirebbe una riduzione del 65% per raggiungere la neutralità climatica al 2050. Poi, quali sono le azioni e le misure in favore delle energie rinnovabili, come indicato dalla stessa commissione Europea nelle osservazioni al Piano nazionale energia e clima (Pniec), “per dare un prezzo con misure fiscali alle emissioni di carbonio, definire un prezzo minimo del carbonio per i settori inclusi nel sistema di scambio delle emissioni (Ets), eliminare i sussidi ai combustibili fossili”.

Inoltre quali siano le scelte anche infrastrutturali per facilitare “una mobilità intelligente a ‘zero’ emissioni con la definizione di misure entro il 2021 che portino a trasferire su ferro il 75% del traffico merci che oggi viaggia su strada”, che arriva a circa l’81% sul territorio nazionale; e a questo aggiunge la necessità di puntare “sui veicoli elettrici in tutti i settori, a partire dal trasporto pubblico, dotando il Paesi di una capillare infrastruttura per la ricarica”, per conseguire “l’obiettivo della riduzione del 90% delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti al 2050”.

E ancora il Wwf vorrebbe la definizione di un percorso per l’idrogeno davvero verde, fondato su un surplus di produzione di energia rinnovabile, non investendo in progetti” in cui l’idrogeno è ancora legato all’uso dei combustibili fossili. Inoltre, chiede la realizzazione di “un Piano nazionale di restoration, di ripristino e di rinaturalizzazione del Paese realizzando azioni” in grado di “frenare e superare la perdita di biodiversità, il dissesto idrogeologico, il consumo del suolo e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

Infine il Wwf – pur esprimendo apprezzamento rispetto ai generici obiettivi per la rivoluzione verde e la transizione ecologica, e ai richiami al Green deal europeo – vuole avere “precisi impegni”; e ricorda al governo “non solo che la commissione Europea chiede che venga assegnato alle azioni per il clima almeno il 37% dei fondi per il Piano italiano” ma anche “la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha chiesto che il 10% venga destinato alla biodiversità, alla tutela e valorizzazione delle risorse naturali dei Paesi membri dell’Ue”.