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La Scozia rompe un tabù sui disastri climatici

Un milione di sterline per compensare i danni causati dai disastri climatici nei paesi meno sviluppati: è la prima volta che un paese occidentale accetta il principio del meccanismo Loss & Damage previsto dall’accordo di Parigi

disastri climatici
Foto di J Lloa da Pixabay

Sui disastri climatici, Edimburgo vuole “guidare attraverso l’esempio”

(Rinnovabili.it) – Per la prima volta, un paese occidentale ha sborsato del denaro per compensare le vittime di disastri climatici nei paesi vulnerabili. L’apripista è la Scozia, padrona di casa alla COP26 di Glasgow, e anche se la somma è davvero contenuta – 1 milione di sterline – questa mossa apre una breccia sul fronte, contestatissimo, del Loss & Damage.

Quello del Loss & Damage è uno dei capitoli su cui i paesi meno sviluppati spingono di più, anche se finora con risultati pari a zero. È facile capire perché: chiedono che le economie avanzate, cioè quelle più responsabili delle emissioni accumulate dal 1750 a oggi, non aprano il portafogli solo per misure di adattamento e mitigazione del climate change (la finanza climatica), ma anche per compensare i danni provocati dai disastri climatici.

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Gli estremi climatici come ondate di calore e alluvioni, infatti, sono ormai attribuibili con una certa precisione al cambiamento climatico di origine antropica. Ma accettare questo principio – così ragionano i paesi ricchi – rischia di aprire il vaso di Pandora e legittimare quasi ogni richiesta di supporto.

Alla COP21 del 2015, i Least Developed Countries (Ldc) erano riusciti a inserire i Loss & Damage nell’accordo di Parigi, ma il meccanismo aveva una definizione fumosa. E siccome non obbliga i paesi ricchi a trasferire denaro, finora il supporto ha avuto la forma di conoscenze, competenze e tecnologie per gestire i rischi climatici. Da allora, a ogni COP, i Ldc provano a riportare il tema al tavolo dei negoziati. Di solito ricevendo in cambio solo un’alzata di spalle.

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È per questo che la decisione di Nicola Sturgeon, la premier scozzese, può rivelarsi ben più importante di quanto la somma stanziata lasci presagire. Una mossa simbolica, certo, ma che rompe un vero e proprio tabù.

La giustizia climatica deve essere al centro della COP26 – e il governo scozzese sta lavorando per garantire che fornisca una piattaforma per le voci inascoltate, compresi i cittadini, i giovani e quelli del Sud globale”, ha spiegato la premier. “Attraverso il nostro lavoro sulla giustizia climatica, la Scozia continua a sostenere con orgoglio le nazioni che – nonostante abbiano fatto il minimo per causare il cambiamento climatico – ne stanno già subendo l’impatto”, prosegue Sturgeon. Poi la stoccata ai paesi ricchi: “Noi non abbiamo le risorse di altri governi occidentali, ma possiamo guidare attraverso l’esempio”. (lm)