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Digitalizzare le aree protette, il nuovo decreto del MiTE

Il provvedimento, previsto del PNRR, investe 100 milioni di euro per mettere a disposizione degli enti gestori nuove strumentazioni digitali

Digitalizzare le aree protette
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La tutela ambientale allunga il passo grazie alle tecnologie digitali

(Rinnovabili.it) – Digitalizzare le aree protette è uno degli obiettivi della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un target che si concretizza oggi con l’approvazione della Direttiva per la digitalizzazione dei parchi nazionali e delle aree marine protette. Il ministro Roberto Cingolani ha firmato ieri il decreto che fa entrare in vigore l’intervento e i suoi 10 milioni di euro di risorse.

L’operazione mira a sposare innovazione e tutela ambientale, mettendo a disposizione degli enti gestori nuove strumentazioni digitali già a partire dalla fine di quest’anno. Con un doppio fine: ampliare da un lato il numero di servizi innovativi e connessi offerti ai visitatori, e migliorare dall’altro le procedure amministrative.

“I territori interessati dai parchi nazionali e dalle aree marine protette presentano un quadro non soddisfacente di servizi fondamentali per una fruizione piena e consapevole dei luoghi”, si legge nella direttiva. Si tratta di un gap quasi naturale vista la collocazione di tale aree ma che incide in maniera considerevole sulla gestione turistica delle stesse.

Digitalizzare le aree protette, cosa significa?

Digitalizzare le aree protette significa lavorare su due fronti. In primis sulla creazione di servizi per visitatori attraverso piattaforme digitali. Da quelli riguardanti la mobilità (sharing di mezzi, indicazione di piste ciclabili e sentieri, ecc.) a quelli informativi o di accessibilità (app, prenotazioni on line, realtà virtuale, audioguide, gamification, ecc.), fino ai servizi per la gestione della fruizione (tracciamento dei flussi di visitatori, analisi big data, segnalazioni e database specie aliene, ecc.).

Di pari passo l’intervento prevede la standardizzazione dei sistemi informatici nuovi e di quelli esistenti. “Assicurando – si legge nel testo – una omogeneizzazione della qualità dei servizi a favore dei cittadini e degli operatori economici nel territorio delle aree protette nazionali attraverso la modernizzazione, l’efficienza e l’efficace funzionamento delle procedure”.

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