Nel 2021 il tasso di distruzione delle foreste globali è sceso del 6,3%, ma solo del 3,1% nelle aree tropicali, dove si concentrano le foreste principali. Per arrivare a zero a fine decennio la flessione annuale deve salire almeno al 10%
Alla COP26, 145 paesi promisero deforestazione zero al 2030
(Rinnovabili.it) – Nel 2021 il tasso di deforestazione globale è calato del 6,3%. Nonostante il boom in Brasile, i progressi in altri paesi sono riusciti a compensare. Soprattutto grazie all’Indonesia, uno degli stati chiave per la tutela delle foreste tropicali. Eppure questo passo in avanti è modesto, troppo modesto per fare davvero la differenza. A questo ritmo, mancheremo clamorosamente l’obiettivo deforestazione zero al 2030, promesso l’anno scorso durante la COP26 da ben 145 paesi.
Bisogna correre a velocità doppia, per avere qualche speranza. Per fermare la deforestazione entro fine decennio il tasso annuo di riduzione deve arrivare almeno al 10% rispetto alla media del 2018-2020. E il calo deve riguardare soprattutto le aree dove si trovano le foreste più preziose del pianeta per impatto sul clima e biodiversità, cioè i tropici. Invece, nel 2021 in queste aree la flessione è stata appena la metà della media globale, il 3,1%.
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Lo scrive la Forest Declaration Platform in un documento di valutazione a 12 mesi dall’impegno preso a Glasgow, dove evidenzia luci e ombre dell’azione verso deforestazione zero al 2030. “L’Asia tropicale è l’unica regione attualmente sulla buona strada per arrestare la deforestazione entro il 2030. Mentre i tassi di deforestazione in America Latina e Africa tropicale sono diminuiti nel 2021 rispetto allo scenario di riferimento del 2018-20, tali riduzioni sono ancora insufficienti per raggiungere l’obiettivo del 2030”, si legge nel rapporto.
Uno dei problemi più gravi sono i finanziamenti: il denaro stanziato dai governi per fermare la distruzione delle foreste è meno dell’1% di quello che servirebbe. “I finanziamenti per le foreste dovranno aumentare drasticamente, fino a 200 volte, per raggiungere gli obiettivi del 2030”, si legge nell’assessment. In particolare, “le popolazioni indigene e le comunità locali, che sono i custodi e i guardiani più efficaci dei loro territori forestali, ricevono finanziamenti di gran lunga inferiori alle loro esigenze finanziarie stimate per garantire i diritti di proprietà e preservare gli ecosistemi forestali”. Passaggi chiave se si vuole eliminare la fonte di circa il 10% delle emissioni globali.
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