Rinnovabili • Deforestazione amazzonica: l’intelligenza artificiale prevede un anno nero Rinnovabili • Deforestazione amazzonica: l’intelligenza artificiale prevede un anno nero

Le terre indigene erano l’unico argine alla deforestazione in Brasile. Fino al 2019

In 50 anni, la deforestazione ha fatto sparire un’area di Amazzonia brasiliana grande 2 volte l’Italia. Ma solo l’1,9% del totale su terre indigene. Una situazione che sta cambiando da quando Bolsonaro è al potere

Deforestazione amazzonica: l’intelligenza artificiale prevede un anno nero
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I dati di MapBiomas sulla deforestazione in Amazzonia

(Rinnovabili.it) – Nel 1970 l’Amazzonia brasiliana copriva 4 milioni di km2. Nel 1990 erano scesi a 3,8 mln, 10 anni più tardi erano spariti altri 200mila km2, e nel 2018 la foresta tropicale copriva solo 3,39 mln di km2. In quasi 50 anni sono spariti 600mila km2, una superficie grande due volte l’Italia, il 15% del totale. Numeri impressionanti. Che potrebbero essere stati ben più alti se le terre indigene non avessero fatto da argine contro la deforestazione.

“Le immagini satellitari non lasciano dubbi sul fatto che le popolazioni indigene stanno rallentando la distruzione dell’Amazzonia”, spiega Tasso Azevedo, coordinatore del progetto MapBiomas che monitora da decenni l’andamento della deforestazione nell’Amazzonia brasiliana, pari al 60% del totale. “Senza le riserve indigene, la foresta sarebbe certamente molto più vicina al “tipping point” in cui smette di fornire i servizi ecologici da cui dipendono la nostra agricoltura, le industrie e le città”.

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Negli ultimi 30 anni, spiegano alcune statistiche rilasciate di recente da MapBiomas, dei 266mila km2 di copertura forestale persi, solo l’1,6% si trovava su terre indigene. Mentre il 68,4% dell’area disboscata è su terreni privati.

Questa situazione però sta cambiando. Negli ultimi anni il ritmo della deforestazione – anche quella sui terreni delle popolazioni indigene – sta accelerando: tra 2019 e 2021 corre 1,7 volte più veloce della media del periodo 2016-2018. E tra il 2010 e il 2020, il monitoraggio delle aree disboscate a fini minerari registra un aumento del 495% della deforestazione su terre indigene. Le aree più colpite sono Kayapò e Munduruku, nello stato di Parà, rispettivamente con 7600 e 1600 ettari, e Yanomami con 414 ettari negli stati di Amazonas e Roraima.

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Il boom coincide con l’arrivo al potere di Bolsonaro e con l’avvio di politiche pro-deforestazione sempre più spinte. Ad esempio, in parlamento in questi mesi è in discussione una proposta di legge che stralcerebbe gran parte dei diritti indigeni sulla terra, spianando così la strada a motoseghe, trivelle e compagnie minerarie.