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Nasce la Leaf Coalition, 1 miliardo di dollari contro la deforestazione

Lo scopo è rendere economicamente più conveniente per gli Stati proteggere le foreste tropicali invece di sfruttarle e disboscarle. Ci sarà un monitoraggio indipendente dei risultati ottenuti. Tra le aziende coinvolte anche Nestlé, Amazon, Unilever

Deforestazione: nasce la Leaf Coalition per proteggere le foreste tropicali
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L’iniziativa targata USA, UK e Norvegia arruola anche il settore privato contro la deforestazione

(Rinnovabili.it) – Un fondo di almeno 1 miliardo di dollari l’anno. Destinato a quei paesi che dimostrano che è possibile abbattere le emissioni di gas serra proteggendo le foreste tropicali. E quindi dichiarando tolleranza zero sulla deforestazione. L’iniziativa è stata partorita da Stati Uniti, Norvegia e Gran Bretagna e si chiamerà Leaf Coalition.

“La Leaf Coalition è un esempio rivoluzionario della portata e del tipo di collaborazione necessari per combattere la crisi climatica e raggiungere le emissioni nette zero a livello globale entro il 2050”, ha affermato in una dichiarazione John Kerry, inviato per il clima del presidente americano Joe Biden. “Riunire le risorse del governo e del settore privato è un passo necessario per sostenere gli sforzi su larga scala che devono essere mobilitati per fermare la deforestazione e iniziare a ripristinare le foreste tropicali e subtropicali”.

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I fondi infatti non verranno solo dai budget statali. La Leaf Coalition si basa su una partnership tra pubblico e privato che ha già raccolto il consenso di alcuni big come Unilever, Nestlé, Amazon. La partecipazione di grandi aziende apre immediatamente al dubbio che l’intera operazione si possa risolvere in un grande greenwashing. Le compagnie potrebbero inserire il contributo alla Leaf Coalition contro la deforestazione nei loro piani climatici. Ma senza un adeguato monitoraggio dell’impatto reale dell’iniziativa resta il rischio di spostare altrove, e non cancellare, il disboscamento. Il tutto con la connivenza dei paesi interessati.

Per evitare tutto questo, la Leaf Coalition prova a mettere dei paletti più stringenti. I paesi o le regioni che aderiscono si devono impegnare a ridurre la deforestazione nelle aree boschive di loro pertinenza. A scadenza regolare, annuale o biennale, presentano i risultati ottenuti. Questi – ecco uno dei passaggi cruciali – vengono controllati da un ente indipendente. La verifica sarà fatta tramite immagini satellitari e prenderà in considerazione l’intera foresta in oggetto, proprio per controllare che non avvenga una sorta di ‘logging leakage’, cioè che la deforestazione ‘migri’ appena al di fuori dell’area tutelata.

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A questo punto entrano in gioco i fondi. Gli Stati calcolano le tonnellate di emissioni di CO2 risparmiate grazie alla tutela delle foreste tropicali e riceverebbero in cambio, dopo gli accertamenti, circa 10 dollari a tonnellata. Lo scopo è rendere la protezione di questi ecosistemi più attraente, dal punto di vista economico, rispetto al loro sfruttamento. Infine, le aziende private possono partecipare alla coalizione solo se hanno un piano per la neutralità di carbonio che sia “scientificamente valido”.