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Tutti i numeri di 35 anni di deforestazione in Amazzonia

Dal 1985 a oggi miniere, agribusiness e urbanizzazione si sono divorate 75 milioni di ettari di foresta in 9 paesi, una superficie grande quasi come Italia e Spagna

Deforestazione in Amazzonia: in 35 anni persi 75 mln di ettari
via depositphotos.com

La mappa di MapBiomas Amazonìa sulla deforestazione in Amazzonia

(Rinnovabili.it) – Com’è cambiata la più grande foresta pluviale del mondo dal 1985 a oggi? In 35 anni, la deforestazione in Amazzonia si è divorata un’area grande quasi come Italia e Spagna insieme. Tutti gli indicatori di salute del polmone verde della Terra fanno preoccupare, mentre le statistiche dell’attività di sfruttamento della foresta si impennano.

La fotografia arriva da MapBiomas Amazonìa, un progetto collaborativo realizzato dagli esperti della Red Amazónica de Informaciones Socioambientales Georreferenciadas (RAISG) Che utilizza le immagini satellitari per assemblare la mappa più completa mai ottenuta finora sull’impatto della deforestazione in Amazzonia.

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Il nuovo rapporto copre i 9 paesi sudamericani su cui si estende la foresta pluviale e dà una prospettiva storica molto importante per capire appieno la portata delle trasformazioni in corso. Tanto più preziosa perché aiuta a mettere nella giusta prospettiva anche le (poche) buone notizie: come quella, di oggi, che spiega come a settembre il numero di incendi nel quadrante brasiliano dell’Amazzonia si sia dimezzato rispetto a un anno fa.

In tutto, in questo lasso di tempo la deforestazione in Amazzonia ha fatto sparire quasi 75 milioni di ettari di foresta, cifra che equivale al 15% della superficie totale. Secondo alcuni studi recenti, l’amazzonia potrebbe superare il suo punto di non ritorno quando il 20-25% della sua area sarà degradato. Nel 1985, solo il 6% della foresta era stato convertito da attività antropiche.

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Una catastrofe distribuita in modo non uniforme tra i 9 paesi considerati. Se il Suriname, la Guyana e la Guyana francese hanno perso soltanto non per 100 della loro copertura forestale, all’altro estremo della classifica troviamo il Brasile con il 19% di aree forestali degradate.

Il lavoro di MapBiomas Amazonìa, che si appoggia a GoogleEarth e usa il machine learning per il riconoscimento di pattern nelle immagini satellitari, è preziosissimo anche per monitorare quali sono le attività responsabili della deforestazione in Amazzonia. Sempre in questo stesso lasso di tempo, calcolano i ricercatori, le attività minerarie sono cresciute del 656%, mentre l’agribusiness e lievitato del 151% e le infrastrutture urbane del 130%.

L’impennata delle miniere è concentrata soprattutto in Brasile a partire dal 2019: una conferma in più, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’impatto devastante delle politiche di Bolsonaro sul disboscamento dell’Amazzonia.