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Il ritmo della deforestazione nel mondo è raddoppiato in appena 20 anni

Le stime più recenti danno in lieve diminuzione le emissioni legate al cambio di destinazione d’uso del suolo. Ma un nuovo studio che conteggia anche il micro-disboscamento e il logging in aree montuose sconfessa questi dati

Deforestazione: Italia tra le peggiori in Europa
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Lo studio sulla deforestazione è apparso su Nature Sustainability

(Rinnovabili.it) – Le emissioni che derivano dalla deforestazione globale sono molto più alte di quanto si pensava finora. Non solo non stanno rallentando, come stimava l’ultimo aggiornamento del Global Carbon Budget. Sono addirittura raddoppiate in appena due decenni. E il trend è in piena accelerazione.

Lo afferma un articolo pubblicato ieri su Nature Sustainability che si basa sull’analisi di immagini satellitari delle principali foreste tropicali del pianeta e calcola la perdita di CO2 stoccata negli alberi abbattuti. Due i punti che finora sono stati sottostimati: la deforestazione su piccola scala, più difficile da individuare e conteggiare rispetto ai grandi interventi, e il disboscamento che avviene nelle regioni montuose.

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“Questo aumento della perdita di carbonio derivante dalla conversione delle foreste è superiore a quello dei modelli” che si basano sui dati statistici sull’uso del suolo, “che non mostrano alcuna tendenza o un leggero calo delle emissioni dell’uso del suolo all’inizio del 21° secolo”, scrivono gli autori dello studio.

Il responsabile principale del trend, infatti, è proprio il cambiamento d’uso del suolo per far posto alle attività agricole. “La maggior parte (82%) della perdita di carbonio nelle foreste è in qualche fase associata ad attività agricole su larga scala o su piccola scala, in particolare in Africa e nel Sud-est asiatico”. Il 70% delle particelle di terra dove è avvenuta la deforestazione tra il 2001 e il 2019, infatti, era ancora ad uso agricolo l’anno successivo, segnalando continuità nel tempo.

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Se questi sono i dati corretti, allora bisogna trarne la conclusione che le politiche contro la deforestazione in vigore oggi non sono per nulla sufficienti. A maggior ragione dopo la COP26. “L’accelerazione e l’alto tasso di perdita di carbonio delle foreste nel 21° secolo suggeriscono che le strategie esistenti per ridurre la perdita di foreste non hanno successo; e questo fallimento sottolinea l’importanza di monitorare le tendenze della deforestazione dopo i nuovi impegni presi a Glasgow”, concludono gli autori riferendosi alla promessa di portare a zero la deforestazione entro il 2030 presa dai paesi dove si trovano alcune delle principali foreste tropicali come Brasile e Indonesia.