Rinnovabili • Crimini ambientali: Ue, multe fino al 10% del fatturato e 10 anni di carcere

Crimini ambientali, Ue alzerà multe e pene per i reati contro l’ambiente

Strasburgo vuole ampliare la lista dei crimini ambientali anche a esaurimento illegale delle risorse idriche, coltivazione di OGM e violazione del REACH. La proposta raddoppia le pene per i responsabili fino a 10 anni di carcere

Crimini ambientali: Ue, multe fino al 10% del fatturato e 10 anni di carcere
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I crimini ambientali sono un ambito criminale lucrativo tanto quanto il traffico di droga

(Rinnovabili.it) – Multe più alte per chi si macchia di crimini ambientali. Fino al 10% del fatturato globale dell’azienda. Nuove fattispecie di reato. E la possibilità di finire in carcere. Il parlamento europeo mette mano alla proposta di direttiva sugli ecoreati che la Commissione aveva presentato a fine 2021, e suggerisce un ulteriore giro di vite con un voto all’unanimità in commissione Affari legali. “Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero su reati che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente”, ha commentato, deputato olandese che guida i negoziati per l’Europarlamento.

Le novità sul fronte crimini ambientali

La lista dei crimini ambientali si allunga. Tra le nuove fattispecie, il paramento Ue propone di inserire il commercio illegale di legname, l’esaurimento illegale delle risorse idriche, l’inquinamento causato dalle navi, le violazioni della legislazione europea sulle sostanze chimiche, la coltivazione di organismi geneticamente modificati, i comportamenti che causano incendi boschivi e le violazioni che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

Si dà poi ampia applicazione del principio “chi inquina paga” (polluters pay principle). I crimini ambientali che provocano decessi o danni alla salute e all’ambiente sostanziali saranno puniti con 10 anni di reclusione, mentre reati di peso minore con pene tra i 4 e i 6 anni. Salgono le multe: la proposta della Commissione le prevede di importo fino al 5% del fatturato globale dell’azienda responsabile di crimini ambientali, l’Europarlamento raddoppia la percentuale.

Oltre al lato penale, la proposta di Strasburgo introduce misure di carattere amministrativo, come il divieto di accesso a fondi pubblici o il ritiro delle licenze. E chi è colto in fallo dovrà ripristinare il danno provocato, compensare vittime e persone colpite dal reato, oltre a sostenere le spese legali. In tribunale, la prescrizione si calcolerà poi non più a partire dal momento in cui il reato è avvenuto ma da quando è stato scoperto.