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La settimana corta salverà il clima alla Cop26 di Glasgow?

In una lettera una coalizione di deputati inglesi e scozzesi, gruppi ambientalisti e sindacati chiedono che la settimana lavorativa di 4 giorni entri nell’agenda del vertice sul clima e spiegano l’impatto positivi che avrebbe sull’impronta di carbonio

Cop26 di Glasgow: in agenda anche la settimana lavorativa breve
credits: Pippa Fowles / No 10 Downing Street | CC BY-NC-ND 2.0

La richiesta indirizzata ad Alok Sharma, coordinatore della Cop26 di Glasgow per gli UK

(Rinnovabili.it) – Quattro giorni di lavoro invece di cinque, a stipendio inalterato. Non è la ricetta per combattere la disoccupazione ma la soluzione per guarire il clima secondo gli inglesi. La proposta arriva sul tavolo della Cop26 di Glasgow, o meglio sulla scrivania di Alok Sharma, l’ex ministro del governo Johnson che sta organizzando i lavori del vertice internazionale sul clima.

La settimana corta fa bene al clima, bisogna metterla in agenda: la richiesta è firmata da una coalizione di deputati inglesi e scozzesi, da gruppi ambientalisti e da alcuni dei principali sindacati britannici. La lettera invita Sharma a considerare “i benefici che una settimana lavorativa più corta potrebbe offrire nella corsa per limitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico”.

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I numeri, sostengono i firmatari, parlano chiaro. L’orizzonte considerato è quello della Gran Bretagna, ma il ragionamento si può allargare in modo analogo perlomeno a tutte le altre economie avanzate e a buona parte di quelle in via di sviluppo. Lavorare solo 4 giorni la settimana ridurrebbe l’impronta di carbonio della Gran Bretagna fino a 127 milioni di tonnellate all’anno entro il 2025.

“Ciò rappresenterebbe una riduzione del 21,3%, più dell’intera impronta di carbonio della Svizzera, ed è anche equivalente a togliere 27 milioni di auto dalla strada – in pratica l’intero parco auto privato del Regno Unito”, si legge nella lettera, citata dall’Independent.

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Lavorare di meno, spiegano i firmatari riprendendo alcuni studi scientifici in merito, comportano una diminuzione del consumo energetico e del pendolarismo ad alta intensità di carbonio. In più, “consente alle persone di impegnarsi in comportamenti più sostenibili dal punto di vista ambientale”.

Per queste ragioni accorciare la settimana lavorativa dovrebbe essere un tema in agenda alla Cop26 di Glasgow. Il vertice che si terrà in presenza tra l’1 e l’11 novembre prossimi dovrà raggiungere essenzialmente due risultati: chiudere i dossier ancora aperti sull’accordo di Parigi (questioni relative al Rulebook) e catalizzare l’aumento dell’azione climatica con impegni concreti e entro il 2030, in modo da lavorare tenere a portata l’obiettivo della neutralità di carbonio al 2050. Per centrarli servono sforzi consistenti e trasformazioni delle nostre società ed economie. La settimana lavorativa corta promette proprio questo.