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Commercio internazionale: l’UE vuole sanzioni per i partner che sgarrano sul clima

La misura presentata ieri dalla Commissione sarà usata solo come ultima risorsa, ma darà più forza a Bruxelles nei rapporti con i partner commerciali

Accordo di Parigi: nessun paese ha una politica climatica per rispettarlo
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Per rafforzare gli standard di sostenibilità nel commercio internazionale

(Rinnovabili.it) – L’UE metterà sanzioni a chi non rispetta gli standard di sostenibilità scritti nei trattati di commercio internazionale. È la proposta messa sul tavolo ieri dalla Commissione per dare più credibilità alle regole scritte negli accordi ma, spesso, disattese senza conseguenze di sorta. La misura riguarda gli aspetti ambientali, climatici e sociali (lavorativi) e si applicherà sia ai trattati futuri sia a quelli che sono in corso di negoziazione in questo momento.

Può quindi diventare un tema all’ordine del giorno nelle contrattazioni tra Bruxelles e l’area Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay), che si sono arenate negli ultimi mesi proprio su questioni ambientali con uno scontro tra Macron e Bolsonaro sulla deforestazione. Ma il dossier potrebbe atterrare anche sulle scrivanie dove giace “congelato” il TTIP, il trattato di libero scambio con gli Stati Uniti.

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“L’attenzione maggiore è rivolta all’attuazione e all’applicazione” delle misure legate alla sostenibilità nel commercio internazionale, ha dichiarato ieri il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis. “Dobbiamo assicurarci che gli impegni in materia di sostenibilità non rimangano solo sulla carta, ma che si concretizzino sul campo”, ha aggiunto.

Come funzionerà in concreto? Nei trattati di commercio internazionale che stipula, l’UE inserisce clausole che vincolano i contraenti a rispettare standard climatici e ambientali in linea con l’accordo di Parigi e standard lavorativi che seguono le indicazioni dell’ILO, l’organizzazione internazionale per il lavoro. Anche se esiste un meccanismo per dirimere le dispute, è di fatto uno strumento spuntato. Qui entrano in gioco le sanzioni: l’UE si riserva il diritto di imporre sanzioni sui partner come ultima ratio se questo meccanismo non dà i risultati sperati.

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“Solo in ultima istanza, in caso di palesi e persistenti violazioni delle disposizioni fondamentali della TSD, applicheremo delle sanzioni in seguito alla procedura di contestazione”, ha specificato Dombrovskis riferendosi ai capitoli dei trattati su commercio e sviluppo sostenibile (Trade and Sustainable Development).