Rinnovabili • Cattura diretta di CO2 dall’oceano: l’Italia sbarca in Norvegia

In Norvegia, la cattura diretta di CO2 dall’oceano parla italiano

L’azienda piemontese Ecospray fornirà entro l’autunno la sua tecnologia per la liquefazione della CO2 al progetto pilota di Equinor per la cattura diretta di CO2 dall’oceano. Con una capacità di 1.000 t/anno, fornirà CO2 a Northern Lights, una delle infrastrutture più grandi al mondo per trasporto e stoccaggio di CO2

Cattura diretta di CO2 dall’oceano: l’Italia sbarca in Norvegia
Foto di engin akyurt su Unsplash

Il progetto si basa sulla tecnologia DOC della statunitense Captura

(Rinnovabili.it) – C’è anche un po’ di Italia nella corsa della Norvegia a diventare uno degli hub più importanti al mondo per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS). Entro l’autunno, l’azienda di Alzano Scrivia Ecospray fornirà la sua tecnologia per la liquefazione dell’anidride carbonica al progetto pilota di Equinor sulla cattura diretta di CO2 dall’oceano (Direct Ocean Capture, DOC). Che a regime sequestrerà 1.000 tonnellate di CO2 l’anno presso l’impianto di Kårstø, sulla costa occidentale norvegese.

Cos’è la cattura diretta di CO2 dall’oceano?

In cosa consiste la cattura diretta di CO2 dall’oceano? L’idea di base è analoga a quella di un’altra tecnologia di rimozione del carbonio, la DAC. Ma invece di filtrare l’aria e catturare l’anidride carbonica – il progetto più rinomato è Orca di Climeworks, attivo da qualche anno in Islanda – la DOC lo fa sottraendo la CO2 in eccesso disciolta in mare.

Gli oceani sono un “tampone” fondamentale per ridurre il livello di riscaldamento globale. Non assorbono soltanto il 90% della radiazione solare in arrivo sulla Terra ma anche circa il 30% della CO2 generata dalle attività umane. Sono quindi uno dei pozzi di carbonio naturali più importanti del Pianeta. Ma questo processo ha delle ripercussioni sugli ecosistemi marini: la CO2 assorbita aumenta l’acidificazione delle acque, con conseguenze negative per flora e fauna marine.

Sottrarre CO2 dall’oceano per stoccarla altrove o reimpiegarla in processi industriali, quindi, è un modo sia per aumentare la capacità dei mari di assorbire anidride carbonica, sia per limitare l’impatto sugli ecosistemi marini. E’ anche su questo tipo di tecnologie che l’Unione Europea ha deciso di scommettere per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La nuova strategia per la gestione industriale del carbonio, presentata il 6 febbraio insieme agli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni di gas serra al 2040, punta a raggiungere una capacità di rimozione del carbonio di 280 milioni di tonnellate (Mt) l’anno al 2040 e di 450 Mt/anno entro metà secolo.

DOC per Northern Lights

È su questo fronte che il colosso norvegese dell’oil&gas Equinor, insieme alla statunitense Captura, un’azienda specializzata in soluzioni innovative di cattura diretta di CO2 dall’oceano, sta lavorando presso il sito di Kårstø. Si tratta dell’impianto di stoccaggio e processamento di gas fossile e condensati più grande d’Europa, oltre che il 3° maggior terminal al mondo per l’export di gas naturale liquefatto (Gnl).

Qual è il ruolo di Ecospray? L’azienda italiana fornirà il sistema di liquefazione della CO2 necessario per trattare l’anidride carbonica, stoccarla e trasportarla. Una volta catturata, rimossa l’acqua, la CO2 verrà liquefatta e purificata utilizzando la tecnologia Ecospray, prima di essere impiegata per la messa in servizio degli impianti Northern Lights, prima infrastruttura open source al mondo che offre i servizi di trasporto e stoccaggio della CO2.

La liquefazione della CO2 di Ecospray si basa sulla rimozione dell’acqua, il raffreddamento e la successiva distillazione dell’anidride carbonica ottimizzando i consumi energetici e la concentrazione per ottenere l’elevato livello di purezza richiesto.