Serve il phase out di tutte le fossili e dei sussidi. Tagliare le emissioni del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019. E accelerare sulle rinnovabili. Il punto sullo stato di attuazione del Paris Agreement nel report di valutazione ONU
ONU: serve un’azione rapida “su tutti i fronti”
(Rinnovabili.it) – Il mondo è fuori strada per rispettare l’Accordo di Parigi e ora serve un’azione rapida e “su tutti i fronti” per riuscire a rispettare gli obiettivi sul riscaldamento globale. È il giudizio che arriva dal primo Global Stocktake, il rapporto previsto dal Paris Agreement con cui si fa il punto dei progressi nel contrasto alla crisi climatica e si indicano gli sforzi aggiuntivi necessari e le soluzioni possibili. Il rapporto è uscito venerdì scorso e costituirà la base per le discussioni alla Cop28 di Dubai. Ecco i punti principali.
Tagli delle emissioni
A livello globale, per rispettare l’Accordo di Parigi bisogna tagliare le emissioni del 43% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019, e del 60% entro il 2035. “Sono necessari molta più ambizione nell’azione e sostegno nell’attuazione di misure di mitigazione nazionali e nella definizione di obiettivi più ambiziosi negli NDC”, i Contributi Nazionali Volontari che tracciano la rotta di ogni paese per rispettare Parigi, si legge nel Global Stocktake.
Il budget di carbonio restante da qui al 2030 per non sforare gli 1,5°C è di 20,3 – 23,9 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (GtCO2eq). Mentre le emissioni globali devono raggiungere il picco entro il 2025, come calcolato già dall’ultimo aggiornamento del 6° rapporto IPCC uscito nel 2022.
Verso un sistema energetico globale low-carbon
Per raggiungere questi obiettivi sono necessarie “trasformazioni sistemiche” in “tutti i settori e i contesti”. Trasformazioni che vanno dal potenziamento delle energie rinnovabili (punto su cui arriva un buon risultato dal recente G20 India, con il target di triplicare le rinnovabili globali entro il 2030) al tema, ben più spinoso, dell’eliminazione progressiva di tutti i combustibili fossili, non soltanto del carbone. E ancora: la fine della deforestazione, la riduzione delle emissioni non di CO2 e l’attuazione di misure di mitigazione anche sul versante dei consumi.
Più in dettaglio, il primo Global Stocktake fissa la riduzione nell’uso di carbone unabated al 2030 al 67-92% rispetto ai livelli del 2019. Mentre per la metà del secolo deve sostanzialmente scomparire dal mix elettrico globale. Sempre per il 2050, le fonti pulite e low-carbon di elettricità devono rappresentare il 99% del mix globale.
Al di là di tecnologie come la cattura di carbonio, che viene citata come un’opzione, il rapporto sottolinea che “l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili è una strategia chiave per affrontare le barriere economiche strutturali che possono perpetuare l’inerzia al cambiamento e impedire l’adozione su larga scala di alternative economicamente vantaggiose a basse emissioni di carbonio”.