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Piccoli Stati insulari: la COP25 sul clima è l’ultima chances

Disperato appello dall’Alliance of Small Island States: i colloqui di Madrid rappresentano l’ultima possibilità per intraprendere le azioni necessarie a salvare le nazioni insulari

COP25
Credit: Senior Airman Alexander W. Riedel – US AirForce

L’Alleanza dei Piccoli Stati Insulari teme che i colloqui in corso a Madrid concentrino l’attenzione su ciò che finora è stato fatto, tralasciando ciò che ancora rimane da fare

(Rinnovabili.it) – Con una dichiarazione congiunta, i 44 Paesi dell’Allenza dei Piccoli Stati Insulari (AOSIS) hanno lanciato un appello al mondo industrializzato in vista dei colloqui che si terranno questa settimana durante la COP25 di Madrid. 

“Vediamo questi colloqui come l’ultima opportunità per intraprendere azioni decisive“, ha detto al The Guardian Janine Felson, vice presidente dell’AOSIS. Nel contesto della crisi climatica, queste nazioni sono tra i Paesi più a rischio a causa dell’innalzamento degli oceani: se le temperature dovessero salire oltre l’1,5 °C, gli atolli del Pacifico e, in generale, le isole più piccole sparse in tutti gli oceani, dall’Atlantico all’Indiano, saranno con ogni probabilità sommerse dall’acqua.

Ci troviamo di fronte ad un’emergenza planetaria di proporzioni enormi“, hanno detto i leader dei 44 stati dell’AOSIS. “Gli impatti sono reali e attuali per le persone che vivono sulle isole più piccole. Non possiamo accettarlo come un destino inevitabile”. Il rischio coinvolge tutti gli stati insulari, anche quelli più ricchi: “Nessuno di noi ne è immune“, ha detto Clarence Samuel, capo negoziatore per le Isole Marshall. “Per tutto il mese abbiamo guardato con orrore mentre i nostri cugini del Pacifico in Australia vedevano letteralmente scomparire il proprio paese a causa di una crisi climatica che noi stessi abbiamo contribuito ad alimentare”.

 

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In scena a Madrid dal 2 al 13 dicembre, la venticinquesima conferenza delle parti dell’Unfccc rappresenta l’ultima occasione per definire una strategia reale e concreta in vista del 2030. I colloqui dovranno pertanto concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere nei prossimi 10 anni: “È fondamentale – ha spiegato Lord Stern di Brentford, uno dei principali economisti climatici del mondo – che questa COP non soltanto riordini gli obiettivi per il 2020, ma anche e soprattutto che definisca quelli da raggiungere entro il 2030”.  

La piccola finestra di opportunità del mondo si sta chiudendo rapidamente” ha dichiarato Patricia Espinosa, segretaria esecutiva della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. “Dobbiamo utilizzare con urgenza tutti gli strumenti della cooperazione multilaterale per rendere la COP25 il trampolino di lancio per ulteriori ambizioni climatiche e mettere il mondo su di un percorso di trasformazione verso basse emissioni di carbonio”.

 

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