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Piatti e bicchieri in fuga dalla discarica

L'accordo siglato lo scorso 21 marzo dal Comitato di Coordinamento ANCI-CONAI ha deliberato l'estensione della raccolta differenziata alle stoviglie "usa e getta" da destinare al Consorzio Corepla per il riciclo

La raccolta differenziata apre i propri cassonetti anche a piatti e bicchieri monouso. Fino a ieri tra i grandi esclusi dalla raccolta plastica, anche queste stoviglie usa e getta entrano finalmente a far parte della famiglia dei riciclati, sulla scia di molti altri paesi europei dove tale opzione è già consuetudine affermata. La novità è stata introdotta nell’ultima riunione del Comitato di Coordinamento che sovrintende alla gestione ed applicazione dell’Accordo Quadro Anci-Conai, riunitosi lo scorso 21 marzo a Firenze per deliberare importanti modifiche relativamente alla raccolta dei rifiuti plastici. L’incontro è servito, oltre che a posticipare al primo luglio l’introduzione delle nuove fasce di qualità, anche a stilare le modalità operative con cui dal 1° maggio piatti e bicchieri possono essere conferiti al Consorzio Corepla senza più essere etichettati come “frazione estranea”. Stando ai primi dati, nel circuito del recupero verrebbero così inserite, ogni anno, circa 140.000 tonnellate di “nuovi” rifiuti; un bel peso in meno per la “coscienza” delle discariche nazionali se si considera l’interminabile tempo di degradazione ad essi associato: tra i 100 e 1000 anni a seconda del polimero di base.

L’estensione della raccolta non riguarderà le posate le stoviglie realizzate in plastica durevole, a cui pertanto toccherà ancora l’indifferenziata, e come per tutti gli altri imballaggi in plastica destinati al recupero richiederà alcuni piccoli ma essenziali accorgimenti. Piatti e bicchieri dovranno inoltre essere accuratamente ripuliti svuotandoli preventivamente da qualsiasi residuo organico, solido o liquido che sia, diverso dalle inevitabili tracce residue del contenuto per non rendere comprensibilmente più gravoso ed antigienico il successivo lavoro di selezione e lavorazione. Ai fini dell’analisi qualitativa del rifiuto e del suo recupero è fondamentale, infatti, la frazione estranea, ovvero la percentuale di impurità presente che può in alcuni casi essere costituita dall’imballaggio stesso se contaminato da sostanze pericolose o contenente residui in misura superiore al suo peso.

“Quella dei piatti e bicchieri di plastica – ha commentato il Delegato Anci all’Energia e ai Rifiuti, Filippo Bernocchi – è un’importante novità, che va nella direzione di facilitare ai cittadini il conferimento dei materiali nella raccolta differenziata. Sono state così accolte le istanze di numerosissimi Comuni italiani. Da questa estensione, potrà derivare non solo un beneficio ambientale ma anche l’opportunità per i Comuni di veder potenzialmente aumentare in misura considerevole i corrispettivi ricevuti a fronte del materiale correttamente conferito. Ci appelliamo ai cittadini e alla loro collaborazione perché per dare successo a questo processo è necessario conferire piatti e bicchieri che non contengano residui di cibo e bevande”. Anche il Presidente di Corepla, Giuseppe Rossi, ha voluto sottolineare l’importanza del cambiamento, affermando che “Questa estensione della raccolta differenziata rappresenta un’opportunità oltre che un fattore di chiarezza. E’ un’opportunità perché i piatti e bicchieri monouso in plastica inseriti nella corretta raccolta differenziata, potranno continuare ad offrire tutta la loro praticità con in più la certezza di un loro effettivo recupero. Al tempo stesso, riteniamo di aver fornito a tutti i cittadini un elemento di semplificazione oltre ad aver eliminato dubbi ed incertezze”.

COSA E’ CAMBIATO Per passare da “frazione estranea” a “materiale di recupero” è stato necessario un salto doppio. Come ben sanno quanti si sono trovati a spuntare la lista dei materiali riciclabili, le stoviglie in plastica erano tra quei prodotti da destinare alla discarica o, in alternativa, al recupero energetico tramite termovalorizzatore. In altre parole se erroneamente buttati nei cassonetti della plastica o della raccolta multimateriale, venivano considerati come delle impurità in grado di abbassare il grado qualitativo del PET o PVC e PP (moplen o polipropilene) raccolti. A cambiare oggi non è certo la plastica con cui sono realizzati piatti e bicchieri monouso, bensì qualcosa di decisamente più sottile: la definizione.

Come indicato anche nella Direttiva 2004/12/CE dell’Unione Europea, ora anche le stoviglie usa e getta sono considerate imballaggi e come tali sono soggetti al versamento del contributo ambientale. Si tratta della forma di finanziamento attraverso cui il CONAI ripartisce tra produttori e utilizzatori il costo per i maggiori oneri della raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti. Tali costi, sulla base di quanto previsto dal Dlgs 152/06, vengono ripartiti “in proporzione alla quantità totale, al peso e alla tipologia del materiale di imballaggio immessi sul mercato nazionale” e a partire dal primo gennaio di quest’anno il contributo è stato portato a 120,00 euro la tonnellata. Nel dettaglio piatti e bicchieri monouso sono considerati imballaggio in funzione della destinazione d’uso in base, in particolare, al criterio ii) contenuto nella Direttiva europea sopracitata andando ad escludere quelli venduti alla grande distribuzione o agli esercizi commerciali in confezioni da adibire esclusivamente ad uso domestico che possono essere ceduti in esenzione dal Contributo Ambientale.

Tra i primi comuni a recepire le direttive dell’accordo tra Anci e CONAI, la Capitale dove Ama, in accordo con l’Amministrazione comunale, ha già aggiornato la propria sezione web “Dove si butta” con questa importante novità e sta provvedendo a revisionare tutti gli appositi materiali informativi sulla corretta raccolta differenziata per rimodularli alla luce delle modifiche avvenute.

Siamo ben lieti di accogliere una novità del genere in quanto porterà benefici all’ambiente permettendo di intercettare ulteriori materiali riciclabili – sottolineano il Presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti e l’Amministratore Delegato Salvatore Cappello Piatti e bicchieri di plastica, infatti, sono oggetti di comune uso che grazie allo sforzo congiunto di Anci e CONAI potranno ora avere una seconda vita. Siamo convinti che i romani recepiranno immediatamente le nuove modalità di conferimento per le quali sono comunque allo studio anche campagne di sensibilizzazione ad hoc”.

Rimane tuttavia un nodo ancora da sciogliere. Allo stato attuale, in Italia, ancora non esiste una filiera di recupero per i polimeri con cui vengono realizzate le stoviglie monouso (alcuni in polistirene, altri in polietilene a bassa densità) e c’è già chi si domanda se piatti e bicchieri, almeno in questa prima fase saranno davvero riciclati o destinati ancora una volta al recupero energetico.