Il Governo tedesco ha presentato un piano d'investimenti da 54 miliardi entro il 2030 e da oltre 100 miliardi per il 2050 dedicati a misure taglia emissioni
Il piano per il clima introduce per la prima volta in Germania un sistema di tassazione fissa delle emissioni di CO2 nei settori dei trasporti e dell’edilizia
(Rinnovabili.it) – Il Governo tedesco ha presentato un piano per il clima da 54 miliardi di euro fino al 2030 che dovrebbero raddoppiare e sforare quota 100 miliardi entro il 2050: obiettivo principale, la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il prossimo decennio. Un pacchetto di misure che comprende incentivi per la mobilità sostenibile, per la conversione energetica delle abitazioni e soprattutto l’introduzione di un sistema di tassazione fissa sulle emissioni di anidride carbonica.
Il piano per il clima, annunciato già a inizio 2019, è stato presentato dopo una riunione fiume del Gabinetto di Governo (durata quasi 18 ore) cui hanno partecipato tutti i leader della Grande coalizione che compone l’esecutivo tedesco: “Oggi non viviamo in modo sostenibile – ha esordito la Cancelliera Angela Merkel durante la conferenza stampa di presentazione del Klimaschutzprogramm 2030, che ha poi precisato come il piano d’investimenti rimarrà fedele al dogma tedesco di non creare nuovo deficit – Anche questo equilibrio di bilancio lo dobbiamo alle prossime generazioni”.
L’introduzione di un prezzo sulle emissioni di carbonio è stato il principale argomento di discussione tra le parti governative. Il piano per il clima prevede il varo di un sistema di commercio dei certificati di emissione (modellato sull’esempio dell’emission trading system già operativo nell’Unione europea) per i settori dei trasporti e dell’edilizia: a partire dal 2021, ogni tonnellata di CO2 verrà prezzata con una tassa fissa di 10 euro, che diverranno 20 l’anno successivo, 25 nel 2023, 30 nel 2024 e 35 nel 2025.
Un sistema che dovrebbe portare rincari sensibili anche per i consumatori, con i costi di benzina e diesel che dovrebbero aumentare di 3 centesimi già nel 2021 e arrivare fino a 10 centesimi nel 2026.
Si tratta tuttavia di una scelta di compromesso, come l’ha definita la stessa Angela Merkel: da diversi mesi, infatti, il Partito dei Verdi chiedeva di partire da un prezzo minimo di 40 euro per tonnellata di CO2 già nel 2021 per poi crescere progressivamente fino al 2030.
A beneficiare maggiormente delle nuove tasse sui combustibili fossili saranno i mezzi di spostamento sostenibili, in primis il treno: il pacchetto per il clima prevede il taglio di parte dell’Iva sui biglietti ferroviari e l’aumento dell’indennità per i pendolari che raggiungono il posto di lavoro tramite rotaia (che passerà dagli attuali 30 centesimi a chilometro a 35 centesimi nel 2021).
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Il documento prevede l’introduzione di tasse più pesanti per le auto ad alte emissioni e bonus per l’acquisto di auto elettriche al di sotto dei 40 mila euro di listino. Le case automobilistiche tedesche dovranno introdurre una quota obbligatoria di e-car nella propria produzione, mentre è previsto il potenziamento della rete di colonnine di ricarica del Paese.
Il pacchetto prevede inoltre incentivi per chi ristruttura casa puntando all’efficienza: come ad esempio installando finestre a taglio termico, migliorando l’isolamento o inserendo nuovi sistemi di riscaldamento con il bando per quelli a gasolio nei nuovi edifici costruiti a partire dal 2025.
Sul fronte rinnovabili, il piano per il clima prevede la rimozione di alcuni limiti per l’installazione di impianti fotovoltaici e la possibilità per i Comuni di acquisire quote di partecipazione finanziarie nei nuovi progetti eolici: una misura volta a rilanciare il settore dell’eolico onshore in Germania.
A vigilare sul successo del piano ci sarà la Commissione per il clima: inizialmente istituita per redigere il Klimaschutzprogramm, il panel di esperti resterà in carica come una sorta di garanzia per monitorare gli effetti delle misure introdotte. Il sistema di tassazione delle emissioni verrà rivalutato ed eventualmente corretto nel 2025, anche grazie ai report annuali redatti dalla Commissione per il clima.
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