Bruxelles è al lavoro su una strategia a lungo termine in linea con il target 1,5°C. E intanto ragiona su come portare la riduzione della CO2 sopra al 45% entro il 2030
Nessun obiettivo vincolante nel futuro Piano climatico 2050 dell’Unione europea
(Rinnovabili.it) – “Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi di Parigi sul riscaldamento globale entro la metà del secolo, non possiamo aspettare fino al 2030 o al 2040 per definire la nostra direzione di viaggio. A seguito di una richiesta dei leader dell’UE (a marzo) e del Parlamento europeo – la Commissione europea sta ora preparando una proposta per una strategia per la riduzione a lungo termine delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE”. Così il commissario per l’energia Miguel Arias Cañete ha annunciato ieri il nuovo lavoro di Bruxelles: un piano climatico 2050 con cui rilanciare l’ambizione comunitaria e studiare una strada verso le emissioni zero. Nell’agenda dell’esecutivo, c’è una comunicazione dedicata alla questione che verrà adottata a novembre, con l’obiettivo di arrivare alla COP 24 sui cambiamenti climatici – in programma questo dicembre in Polonia – con una posizione ben definita all’interno dei negoziati mondiali.
Tuttavia, sottolinea lo stesso Cañete, il documento in questione non sarà una proposta legale “Non stabilirà nuovi obiettivi vincolanti, nè deciderà già come cambiare gli strumenti politici. Definirà piuttosto chiare pietre miliari per raggiungere la nostra ambizione, delineando quali siano i nostri margini e quali settori politici necessitino di particolare attenzione nei decenni a venire”.
Indicazioni di massima dunque, che saranno aggiornate e concretizzate strada facendo. La Commissione ha già iniziato a lavorare sull’analisi economica, sociale e ambientale del nuovo Piano climatico 2050: il documento risultante dovrà tener conto anche del rapporto dell’IPCC sulla limitazione dell’innalzamento della temperatura globale a 1,5° C, che verrà pubblicato a ottobre. “Mentre il nostro attuale approccio per ridurre le emissioni di almeno l’80 per cento è compatibile con un obiettivo di 2° C, la nostra strategia a lungo termine dovrà considerare opzioni più ambiziose al fine di raggiungere 1,5° C”, ha aggiunto il commissario europeo. “Guarderemo a più percorsi per raggiungere una serie di livelli di ambizione. Chiaramente ciò includerà anche la ricerca di percorsi per emissioni di gas a effetto serra nette nel 2050”.
Nonostante l’approccio cauto, scelto da Bruxelles, qualcosa potrebbe cambiare fin da subito. I nuovi target su energie rinnovabili ed efficienza energetica al 2030, assieme all’obbligo per gli Stati Membri di stabilire i primi piani energetici e climatici nazionali integrati, permettono all’UE di fare un passo in più nella lotta climatica. “I nostri calcoli iniziali suggeriscono che l’Unione europea potrebbe prendere in considerazione l’innalzamento del livello di ambizione e aumentare il suo obiettivo dall’attuale 40% a poco più del 45% entro il 2030. Ma questo è qualcosa che diventerà più chiaro in autunno”.