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Piani nazionali energia-clima, sulle rinnovabili profondo gap

La Commissione ha pubblicato la valutazione delle 28 proposte di PNIEC, evidenziando forti lacune tra gli obiettivi UE al 2030 e quelli dei singoli Stati

Piani nazionali energia-clima

 

Gli Stati membri hanno tempo fino al 31 dicembre 2019 per alzare l’ambizione dei rispettivi Piani nazionali energia-clima

(Rinnovabili.it)  – I Piani nazionali energia-clima (PNIEC) delle nazioni europee? Hanno lacune che non possono essere ignorate: allo stato attuale le proposte inviate dai Ventotto alla Commissione Europea mancano sia gli obiettivi dell’Energy Union che quelli dell’Accordo di Parigi. A riferirlo è oggi lo stesso esecutivo europeo che, terminato il periodo di valutazione dei PNIEC, ha spiegato agli Stai membri come rimediare a tali gap. “Tutti hanno prodotto bozze impressionanti in un tempo relativamente breve”, ha affermato Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione per l’Unione dell’energia. “Ma nessuna proposta è perfetta”.

 

Secondo Bruxelles, infatti, i documenti presentano contributi insufficienti sia per le fonti rinnovabili sia per l’efficienza energetica: per le prime la traiettoria europea mancherà di 1,6 punti percentuali l’obiettivo del 32% di energia pulita nei consumi lordi 2030, mentre per la seconda si parla addirittura di 6,2 punti percentuali rispetto al target del 32,5% (se si considera il consumo di energia primaria). Va meglio sul fronte emissioni dal momento che l’impegno contenuto nelle 28 proposte dovrebbe permettere di raggiungere, entro il 2030, un taglio del 40% dei gas serra rispetto ai livelli del 1990, esattamente come indicato dalle nuove direttive comunitarie. Tuttavia, l’impegno si concentra sul fronte dei settori coperti dall’ETS, mentre zoppica quello nei settori esterni, come ad esempio l’agricoltura.

 

Senza contare che molti, tra cui il Parlamento UE e l’ONU, considerano oggi l’obiettivo del 40% obsoleto e sostengono che debba essere portato al 55% per riuscire a far fede all’accordo di Parigi sul clima.

Inoltre è necessario specificare ulteriormente le misure concrete per raggiungere gli obiettivi nazionali– ha affermato il commissario all’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete – I piani devono essere in grado di spiegare il ‘come’ e il ‘con quale mezzo’, in particolare sotto il profilo degli investimenti”.

 

C’è ancora tempo per alzare il tiro, ci tiene a sottolineare Bruxelles. I piani definitivi sono attesi per la fine dell’anno (31 dicembre 2019) e la Commissione ha stilato per ogni nazione una serie di raccomandazioni specifiche per aumentare ambizione, impegnandosi ad assistere ogni Paese nel processo di revisione.

La normativa UE sull’Unione dell’energia impone agli Stati di tenere in debita considerazione queste valutazioni (o, in caso negativo, di pubblicare la motivazione), coinvolgendo il pubblico nella preparazione nella preparazione dei documenti.

 

 

Le indicazioni per il Piano nazionale energia e clima dell’Italia

Dalla, tutto sommato, gentile tirata d’orecchie non scappa neppure l’Italia (leggi qui il contenuto del PNIEC italiano). Al Belpaese l’esecutivo comunitario raccomanda di:

1. innalzare il target per le fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffrescamento;

2. presentare misure concrete per la decarbonizzazione del settore dei trasporti;

3. ridurre complessità e incertezza normativa e precisare i quadri favorevoli all’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e alle comunità di energia rinnovabile;

4.accertare che gli strumenti politici per l’efficienza energetica permettano risparmi adeguati anche nel periodo 2021-2030;

5. disporne un consistente potenziamento, rafforzando le misure di efficienza energetica nell’edilizia (per gli edifici pubblici e privati, nuovi ed esistenti) e nei trasporti;

6. Indicare le misure di diversificazione e di riduzione della dipendenza energetica previste a sostegno degli obiettivi di sicurezza energetica, comprese le misure che consentono la flessibilità;

7. precisare la misura in cui il previsto sviluppo nel settore del gas è compatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione dichiarati e con il programmato abbandono graduale degli impianti termoelettrici a carbone;

8. elencare le azioni intraprese e i piani previsti per l’eliminazione graduale delle sovvenzioni all’energia, specie quelle ai combustibili fossili.