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Petrolio killer: Occidental risarcirà gli indigeni

Morti premature, malformazioni nei bambini, devastazione ambientale. Così il petrolio americano è finito alla sbarra, per una volta perdendo la causa

Petrolio killer Occidental risarcirà gli indigeni

 

(Rinnovabili.it) – La Occidental Petroleum risarcirà gli indigeni Achuar dell’Amazzonia peruviana. Si è concluso con un accordo extra-giudiziale il processo che vedeva alla sbarra la compagnia del petrolio statunitense. Gli indigeni hanno citato in giudizio l’azienda nel 2007, accusandola di aver consapevolmente provocato l’inquinamento che la ha resa responsabile di morti premature, malformazioni dei neonati e danneggiamento dell’habitat.

È la prima volta che una società degli Stati Uniti viene trascinata davanti a un giudice federale per l’inquinamento di un altro Paese. Lo ha rilevato Marco Simons, direttore legale di EarthRights International, che ha rappresentato il popolo Achuar nel processo. Questo costituisce un precedente «significativo per i casi futuri, ed è già stato citato da altri tribunali degli Stati Uniti».

Il caso era stato respinto nel 2008, quando il tribunale distrettuale federale aveva concordato con Occidental Petroleum che l’azienda avrebbe dovuto farsi giudicare in Perù. Ma i querelanti avevano impugnato la decisione in appello con successo, e la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di ascoltare gli argomenti della società nel 2013.

 

Un ecosistema annichilito dal petrolio

L’ammontare dell’indennizzo è segreto, ma i soldi messi a disposizione dalla società verranno utilizzati per progetti sanitari, educativi e per l’alimentazione. Non solo, ma verranno anche gestiti direttamente da un collettivo delle cinque comunità Achuar (Antioquia, José Olaya, Nueva Jerusalen, Pampa Hermosa e Sauki) che hanno presentato la querela.

«Non conoscevamo l’impatto dell’inquinamento e la società non ci ha detto niente – ha dichiarato una delle querelanti – Mio figlio e la figlia sono morti vomitando sangue».

La Occidental Petroleum, compagnia con sede a Los Angeles, ha trivellato per il petrolio in Perù tra il 1971 e il 2000. Durante tutti quegli anni ha inquinato l’ambiente con  circa 35 miliardi di litri di acque reflue non trattate. Acque che contenevano metalli pesanti come cadmio, piombo e arsenico e sono finite in fiumi e torrenti, in spregio alle norme internazionali. Tutti dati sono raccolti in un rapporto della ONG Amazon Watch.

Nel 2006, uno studio condotto da ministero della salute del Perù su sette comunità colpite, ha rivelato che tutte le 199 persone sottoposte ai test, tranne due, avevano cadmio nel sangue sopra i livelli di sicurezza.