La Commissione ha approvato un programma di interventi pluriennali per la pesca sostenibile. Sorvegliato speciale l’Adriatico, parzialmente protetto con misure ad hoc
Approvato un nuovo piano d’azione per una pesca sostenibile nel Mediterraneo. Veto italiano per la creazione di un santuario blu tra Italia e Albania
(Rinnivabili.it) – In scena ad Atene dal 4 all’8 novembre, la 43esima assemblea della Commissione globale per la pesca nel Mediterraneo (GFCM) – organo speciale della FAO che riunisce i 23 stati della sponda nord e sud del Mare Nostrum – ha visto l’approvazione di 8 importanti raccomandazioni per un più sostenibile sfruttamento degli stock ittici.
Un programma di interventi da cui emerge la chiara intenzione di Bruxelles di intervenire per tutelare anche le zone più vulnerabili del Mare Adriatico, cioè, secondo uno studio 2018, il più sfruttato al mondo dalla pesca a strascico.
In particolare, il WWF ha accolto con favore il nuovo piano di gestione pluriennale per lo sfruttamento sostenibile delle popolazioni di corallo rosso, oggi in pericolo nel Mediterraneo e già tra le specie “in via di estinzione” nella Lista Rossa IUCN.
Buone nuove anche per quanto riguarda il “rendimento massimo sostenibile” (MSY), che punta al raggiungimento entro il 2026 di una pesca sostenibile per specie commercialmente importanti come scampo, nasello, sogliola, gambero rosa e triglia di fango. Nel dettaglio, a partire dal 2020, quando cioè il piano sarà implementato formalmente, le imbarcazioni di pesca a strascico provenienti da Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro e Albania dovranno ridurre lo sforzo di pesca, garantendo inoltre l’identificazione e l’implementazione di zone ristrette (FRA). La bozza iniziale del piano d’azione – lo ricordiamo – includeva anche la creazione della più grande riserva protetta del Mediterraneo, cioè un’area di 2.800 km2 nelle acque internazionali del Canale di Otranto, tra Italia e Albania. Un progetto giudicato “affrettato” e per questo bocciato dal Governo italiano. In ogni caso, il piano di cui sopra dovrebbe garantire non soltanto la tutela della biodiversità dell’Adriatico, ma anche gli interessi economici degli stessi pescatori che, a fronte di una limitazione iniziale, vedrebbero ricostituite nel lungo periodo le risorse ittiche.
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Male invece il rifiuto della proposta di un piano pluriennale per la gestione della pesca del gambero rosso e del gambero viola nel Canale di Sicilia dove, a detta di WWF, gli stock rimangono pericolosamente sovrasfruttati. Causa “mancanza di dati scientifici sufficienti”, la decisione di attuare il piano è stata rinviata al 2022 ma, nel frattempo, sono state comunque adottate alcune misure per limitare la capacità di pesca delle imbarcazioni.
“La situazione degli stock ittici mediterranei rimane critica e le parti contraenti della CGPM continuano a impegnarsi in un processo che, seppur lento, alla fine porterà a una migliore gestione della pesca”, ha commentato Giuseppe Di Carlo, direttore dell’Iniziativa Marina del WWF per il Mediterraneo. “Il WWF accoglie con favore in particolare l’azione intrapresa dalla Commissione CGPM per affrontare la pesca illegale non dichiarata e non regolamentata (INN), in particolare stabilendo misure più rigorose per garantire il rispetto delle regole mediante l’uso di VMS (Vessel Monitoring System) e giornali di bordo elettronici, insieme a un nuovo schema di valutazione della conformità” ha aggiunto Di Carlo.