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La perdita di biodiversità mette a rischio la sicurezza alimentare

La FAO pubblica il rapporto sullo “Stato della biodiversità mondiale per l'alimentazione e l'agricoltura” e avverte: una volta persa la ricchezza biologica, non potrà essere recuperata

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Sovrasfruttamento delle risorse, inquinamento e cambiamenti nell’uso del suolo stanno aumentando la perdita di biodiversità mondiale

(Rinnovabili.it) – Esiste un legame a doppio filo tra ricchezza ecosistemica e benessere planetario: sperperare la prima, equivale a mettere una grossa ipoteca sul futuro dell’umanità e dell’ambiente. E non si tratta di un futuro troppo lontano. Secondo la FAO, infatti, gli effetti della perdita di biodiversità si stanno facendo sentire già oggi sulla sicurezza alimentare. Nel nuovo rapporto sullo “Stato della biodiversità mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura” (pdf in inglese), l’organizzazione analizza per la prima volta la relazione esistente tra patrimonio biologico e settore agroalimentare e il livello di rischio a cui il pianeta sta andando incontro.

 

I sistemi alimentari e agricoli dipendono in innumerevoli modi dalle piante, dagli animali e dai microrganismi che li compongono e li circondano. La biodiversità non solo sostiene la produzione di cibo, mantenendo i terreni fertili, impollinano le piante, purificano l’acqua e l’aria, ma aumenta anche la resilienza agli shock e agli stress e costituisce una risorsa chiave negli sforzi per aumentare la produzione in modo sostenibile.

Si tratta dunque, come spiega il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, di un elemento “fondamentale per la salvaguardia della sicurezza alimentare globale”. Nonostante ciò l’umanità sta andando percorrendo la strada in senso contrario, riducendo la diversità vegetale nei campi, aumentando il numero di razze animali a rischio di estinzione e il sovra sfruttamento ittico.

 

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Il rapporto mostra come delle circa 6.000 specie di piante coltivate a fini alimentari, meno di 200 contribuiscono in modo sostanziale al cibo che arriva sulle tavole di tutto il mondo e solo nove rappresentano il 66% della produzione totale. Non solo. Il 26% è delle razze animali allevate è a rischio di estinzione e quasi un terzo degli stock ittici è sovra sfruttato.

“Meno biodiversità significa rendere piante e animali più vulnerabili ai parassiti e alle malattie”, ha aggiunto Graziano da Silva. “Elemento, che insieme alla nostra dipendenza da un numero sempre minore di specie per nutrirci, sta mettendo la nostra già fragile sicurezza alimentare sull’orlo del collasso”. E una volta perduta la biodiversità alimentare e agricola, avverte il rapporto, non può essere recuperata.

 

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