Per oltre un decennio hanno lasciato che l’industria del fracking devastasse l’ecosistema. Ora promettono di tagliare le emissioni di metano
(Rinnovabili.it) – Stati Uniti e Canada hanno concordato misure comuni per la lotta contro i cambiamenti climatici, compresa una riduzione delle emissioni di metano dalle operazioni di fracking e la firma dell’accordo sul clima raggiunto a Parigi «il più presto possibile».
L’accordo è stato annunciato ieri dai due presidenti, Barack Obama e Justin Trudeau, dopo un incontro alla Casa Bianca.
«Se non siamo concordi, se non siamo decisi, se non uniamo le nostre risorse nella ricerca e sviluppo e la nostra agenda sull’energia pulita, altri Paesi non faranno passi avanti», ha detto Obama.
La retorica della grande America guida dell’umanità serve a far passare misure abbastanza drastiche, anche se tardive. I due presidenti si sono accordati per un taglio delle emissioni di metano del 42-45% rispetto ai livelli 2012 entro il 2025.
Questo ha dato completa libertà di inquinare l’ecosistema all’industria petrolifera americana, che ha pesantissime responsabilità anche a livello climatico. Il metano, infatti, ha un potere climalterante 86 volte superiore alla CO2 nei primi 20 anni dall’emissione in atmosfera.
Le perdite, presso gli impianti di fratturazione idraulica e di stoccaggio del gas, sono all’ordine del giorno. L’ultima risale a pochi mesi fa: è stata la fuga di metano più grave della storia americana, e ha provocato un disastro nella città di Los Angeles.
Ma la completa deregolamentazione del settore ha proiettato gli USA in situazioni di vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo, tanto che ora perfino l’Unione europea chiede di aprire un canale di scambio. Il nuovo programma concordato tra Obama e Trudeau, tuttavia, fissando standard più stringenti per il rilascio di metano in atmosfera può colpire al cuore un’industria che vive già i primi segnali di crisi.