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Il Parlamento europeo avvia un’inchiesta sul dieselgate

Quali sono le responsabilità politiche del dieselgate? Pochi ancora lo sanno. Per questo Strasburgo ha istituito una commissione parlamentare di inchiesta

Il Parlamento europeo avvia un'inchiesta sul dieselgate

 

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea ha fatto tutto quanto il suo potere per evitare il dieselgate? Gli Stati membri davvero non erano al corrente di nulla? Vi sono stati casi di mala amministrazione nell’applicazione delle regole? A queste e altre domande tenterà di dare risposta la commissione di inchiesta istituita ieri dal Parlamento europeo, con un voto che ha registrato 354 sì, 229 no e 35 astensioni. La decisione, sollecitata dai Verdi, è stata salutata come «una vittoria importante e un supporto alla trasparenza e alla salute dei cittadini» dal portavoce Florent Marcellesi.

«Vogliamo chiarire che cosa è successo e che ci sia trasparenza in merito al ruolo degli Stati membri e della Commissione in questo scandalo – ha spiegato Marcellesi – Pochi sanno quali sono le responsabilità politiche».

A finire sotto la lente di un gruppo formato da 45 parlamentari sarà l’operato di Bruxelles e degli Stati membri. Troppi i sospetti che non sia stato fatto il massimo per impedire la violazione delle leggi europee in materia di inquinamento, troppe le pressioni di lobby dell’industria automobilistica (Volkswagen ma non solo) per credere a scatola chiusa che non abbiano condizionato sensibilmente il lavoro delle istituzioni.

 

Il Parlamento europeo avvia un'inchiesta sul dieselgate 2«Per me, la questione ha principalmente due dimensioni – ha dichiarato Claude Turmes, europarlamentare verde – In primo luogo, si tratta della più grande frode industriale mai organizzata da aziende private. In secondo luogo, riguarda il mancato intervento delle autorità pubbliche negli Stati membri e a livello dell’Unione europea, che pure avevano le informazioni utili».

La differenza fra test in laboratorio ed emissioni su strada – sollevata dall’Autority ambientale degli USA a settembre – era già stata evidenziata nel 2011 dal Joint Research Center della Commissione europea. Da allora, non sono stati ancora presi provvedimenti concreti. Bruxelles è stata oggetto di forti critiche per aver ceduto alle pressioni delle case automobilistiche e dei governi (tra cui quello italiano) volte a indebolire e ritardare l’entrata in vigore del nuovo sistema di prove su strada che potrebbe impedire il verificarsi di altri dieselgate.