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Parigi2015: Messico, primo dei Paesi emergenti con piano taglia CO2

La nazione latina consegna all’Onu i suoi INDCs, promettendo un taglio del 22% delle emissioni climalteranti a partire entro il 2030

Parigi2015: Messico, primo dei Paesi emergenti con piano taglia CO2(Rinnovabili.it) – Dopo la Svizzera, l’UE e la Norvegia è la volta del Messico, primo dei paesi emergenti a presentare al consesso delle Nazioni Unite gli Individually Nationally Determined Contributions (INDCs), ovvero i target nazionali di riduzione delle emissioni. Rispettando la scadenza fissata dalla COP di Lima, il Paese prenderà parte a Parigi2015, il Vertice Onu sui cambiamenti climatici, con l’obiettivo di ridurre i gas serra del 22% rispetto i livelli business-as-usual entro il 2030. A renderlo noto sono stati, lo scorso venerdì, i ministri messicani degli esteri e dell’Ambiente che, in conferenza stampa congiunta nella capitale, hanno svelato la nuova strategia climatica nazionale post 2026. La data non è stata scelta a caso: a partire da quell’anno, infatti, le emissioni di gas serra inizierebbero il disaccoppiamento dalla crescita economica.

 

Il Messico ha anche promesso per la stessa data di tagliare gli inquinanti atmosferici di  breve durata, come la fuliggine e il metano, del 25 per cento rispetto alle concentrazioni attuali. Ma la cosa più importante è che il Governo abbia fissato i nuovi obiettivi climatici senza condizioni sine qua non e soprattutto senza vincolarli a sostegni finanziari da parte dei paesi sviluppati. Rimane comunque la porta aperta ad un impegno aggiuntivo: nel caso potesse accedere a fondi climatici internazionali o venisse stabilito un prezzo del carbonio globale, i tagli previsti salirebbero a 36% per gli inquinanti come la CO2 e al 40% per quelli a breve durata.

 

L’annuncio messicano è stato seguito quasi immediatamente dal comunicato della Casa Bianca in cui veniva presentata una nuova task force politica congiunta tra le due nazioni, con l’obiettivo di “approfondire ulteriormente la politica e il coordinamento normativo in aree specifiche”, tra cui l’efficienza del carburante dei veicoli, gli standard di consumo per gli elettrodomestici e la modernizzazione della rete elettrica. Secondo un funzionario del Governo Obama, gli Stati Uniti dovrebbero essere i prossimi a presentare i propri INDCs (gli Usa avrebbero in programma di ridurre le emissioni del 26- 28 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025). Passi avanti che non sembrano però abbastanza, soprattutto se si considera che la maggior parte dei governi mancherà la scadenza informale del 31 marzo, termine ultimo per l’invio dei piani nazionali all’Onu, complicando di fatto il lavoro sull’accordo globale previsto per dicembre.