Nella Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato, il Pontefice rinnova la richiesta a sposare la lotta ambientale, invitando a custodire l’acqua come bene inestimabile
Il capo della chiesa cattolica sprona all’azione contro l’inquinamento da plastica
(Rinnovabili.it) – “Dobbiamo riconoscerlo: non abbiamo saputo custodire il creato con responsabilità. La situazione ambientale, a livello globale così come in molti luoghi specifici, non si può considerare soddisfacente”. Così Papa Francesco ha rinnovato il suo messaggio ambientalista in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato. Un messaggio che oggi affina la mira su una delle questioni ritenuti più urgenti a livello internazionale: la protezione delle risorse idriche, bene unico e sempre più a rischio. “Desidero richiamare l’attenzione sulla questione dell’acqua, elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile”, scrive il Pontefice nella missiva dedicata alla comunità cristiana. “Dare da bere, nel villaggio globale, non comporta solo gesti personali di carità, ma scelte concrete e impegno costante per garantire a tutti il bene primario dell’acqua”.
L’accesso universale alle risorse idriche richiede a monte anche un impegno affinché queste risorse siano protette e tutelate sotto il profilo ambientale. Ecco perché Papa Bergoglio ha richiamato l’attenzione sullo stato di salute di quello che oggi viene definito, a ragione, l’oro blu. “Custodire ogni giorno questo bene inestimabile rappresenta oggi una responsabilità ineludibile, una vera e propria sfida: occorre fattiva cooperazione tra gli uomini di buona volontà per collaborare all’opera continua del Creatore”.
Non solo le risorse potabili ma l’acqua in generale: il capo della Chiese cattolica ha fatto riferimento alla questione di mari e oceani e al principale problema su cui si sta schierando l’azione ambientalista globale: l’inquinamento da plastica.
Le cifre delle Nazioni Unite hanno rivelato che ogni anno otto milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nell’oceano, uccidendo la vita marina ed entrando direttamente nella catena alimentare umana. Secondo le stime degli scienziati, entro il 2030, la plastica in mare potrebbe superare il numero di pesci. Non solo. Gli autori di uno studio condotto presso l’Università Hawaii hanno recentemente riportato un altro buon motivo per raddoppiare gli sforzi globali per combatter l’inquinamento da plastica: quando questi polimeri fossili si decompongono emettono tracce di metano ed etilene, due potenti gas serra, e il tasso di emissione aumenta col tempo. Un contributo al riscaldamento globale finora sottovalutato.
“Non possiamo permettere che i mari e gli oceani si riempiano di distese inerti di plastica galleggiante”, spiega il Papa. “Anche per questa emergenza siamo chiamati a impegnarci […]operando come se tutto dipendesse da noi”.