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Ottobre interrompe la striscia di caldo record ma il 2016 sarà bollente

E’ stato "solo" il terzo mese più caldo da quando esistono le serie storiche, ma le temperature globali sono state comunque di 0,73°C più alte della media del 20° secolo

Ottobre interrompe la striscia di caldo record ma il 2016 sarà bollente

 

(Rinnovabili.it) – Con ottobre finisce la striscia di caldo record che durava da 16 mesi, con le temperature globali che iniziano ad allontanarsi dal picco registrato a inizio anno, influenzato dal fenomeno climatico El Nino. Ma l’eccesso di calore intrappolato dai gas serra dispersi nell’atmosfera fa sì che restino ben al di sopra della media: così il 2016 sarà davvero l’anno più caldo della storia. È il quadro che emerge dai dati NOAA appena rilasciati, che confermano le previsioni anticipate dall’Agenzia Onu per la meteorologia pochi giorni fa.

Ottobre 2016 è “solo” il terzo più caldo di sempre, alla pari con i dati 2003. Le temperature globali sono state di 0,73°C più alte della media del 20° secolo. Ben più alto, invece, il dato relativo a tutto l’anno in corso: se si guardano i grafici da gennaio, la distanza dalla media storica è di 0,97°C.

 

A spingere in alto la colonnina di mercurio è stata soprattutto la temperatura degli oceani, mai così bollenti quest’anno e seconda soltanto a quelle dell’ottobre 2015. Quando, però, El Nino stava dispiegando tutta la sua potenza. A soffrire di più la marcia a tappe forzate del riscaldamento globale sono i ghiacci dell’Artico. La loro estensione è stimata in appena 980mila miglia quadrate, cioè quasi il 30% in meno della media 1981-2010. Per fare un paragone, si è sciolta un’area ghiacciata grande 8 volte l’Italia. Va meglio – anzi, meno peggio – la situazione in Antartide, dove la flessione è del 4%.

Secondo gli scienziati della NOAA, basta che novembre e dicembre si attestino su temperature pari alla media degli ultimi 16 anni affinché il 2016 diventi l’anno più caldo di sempre. L’unico fattore che può intervenire è La Nina, il fenomeno speculare e freddo del suo omologo “maschile”: tuttavia i climatologi che ne stanno monitorando l’andamento sostengono che per il momento è troppo debole per far sentire davvero i suoi effetti.