L’analisi degli attuali impegni climatici nazionali rivela che gli sforzi promessi non sono ancora sufficienti. È necessario una maggiore attenzione alle misure di adattamento e mitigazione e alla finanza climatica
(Rinnovabili.it) – L’Accordo di Parigi affronterà nel 2020 il suo primo e più importante test. È infatti iniziato il processo di traduzione del patto nelle diverse agende e nei programmi nazionali di tutto il mondo. Tuttavia lo scenario che accompagna questo percorso non è sereno. Gli sforzi messi in campo sino ad oggi sono ancora ben lontani dal poter mettere il Pianeta al sicuro dai peggiori impatti del riscaldamento globale e del clima in cambiamento. Secondo un’analisi congiunta di UNDP e UNFCCC, intitolata “The Heat Is On – Making stock of Global Climate Ambition” gli impegni climatici stanno andando in due direzioni differenti, non raggiungendo le azioni necessarie sul fronte della mitigazione e della finanza climatica.
Attualmente gli NDC esistenti (ossia i contributi dei singoli Paesi all’obiettivo del Paris Agreement) mettono il mondo sulla buona strada per un aumento delle emissioni di circa il 10,7 per cento rispetto ai livelli del 2016 entro il 2030. Alle Parti è stata quindi chiesta una revisione di tali contributi da presentare nel 2020, ma sono ancora pochi quelli che hanno messo mano agli obiettivi di taglio delle emissioni a breve termine (al 2025-2030).
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Di ben settantuno Nazioni, tra cui le economie più ricche, l’impegno verso nuovi NDC non è chiaro. Il report spiega che quarantuno Paesi stanno ancora decidendo come intendono avvicinarsi alle loro revisioni e 10 non hanno fornito alcuna informazione sulle loro intenzioni. Altri 20 hanno promesso una revisione ma stanno ancora cercando i mezzi per farlo.
A concentrare l’attenzione delle nazioni sviluppate sembrano essere invece le strategie a lungo termine per decarbonizzare le loro economie.
L’obiettivo del rapporto, pubblicato a pochi giorni dal cruciale summit di New York, è quello di aiutare a capire “se i leader mondiali affronteranno il vertice sul clima con ‘piani concreti, non discorsi’, così come richiesto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite”, ha affermato vice segretario generale Amina Mohammed. “Sappiamo perché è importante affrontare i cambiamenti climatici”, ha proseguito Mohammed. “La devastazione provocata da Dorian alle Bahamas, offre uno sguardo su un futuro alimentato dai cambiamenti climatici, un futuro con super tempeste che crescono in intensità e frequenza, dove quei paesi con le emissioni di gas serra più basse, continuano a risentire degli impatti peggiori del riscaldamento globale”.
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