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Le ONG lasciano la COP19: un altro flop per il summit sul clima?

Le organizzazioni e i movimenti della società civile hanno deciso di ritirarsi volontariamente dai colloqui sul clima di Varsavia dopo l’evidente inerzia dei Paesi ricchi

Le ONG lasciano la COP19: un altro flop per il summit sul clima?© Nitin Sethi(Rinnovabili.it) – Come in un brutto deja vù, la 19esima Conferenza delle Parti (COP19) dell’Unfccc si avvia alla sua conclusione senza la concretezza attesa e richiesta da più voci, ricalcando da vicino il copione delle passate Conferenze sul clima. Anche il summit ONU di Varsavia è riuscito infatti a deludere le aspettative della società civile, nonostante sul tavolo non vi fossero accordi importanti come quelli degli anni passati. Una delusione che ha spinto le Organizzazioni non governative e gli attivisti presenti a fare fronte comune abbandonando il vertice. “Abbiamo detto di essere solidali con i milioni di persone colpite dal tifone Haiyan e con tutti coloro che subiscono i cambiamenti climatici. La nostra solidarietà ci obbliga a dire la verità sulla Conferenza sul Clima di Varsavia COP 19”, denuncia il WWF insieme a Friends of the Earth (Europe), Greenpeace, Oxfam International ed altre otto ONG.

Il dito degli attivisti è puntato dritto contro i paesi ricchi, colpevoli aver messo al centro dei negoziati gli interessi delle “industrie energetiche sporche” invece che quelli dei cittadini; alla promozione del “Coal & Climate Summit” tenuto in concomitanza con la COP19 si sono uniti in questi giorni prima la marcia indietro del Giappone sul fronte degli impegni climatici, e i segnali contrastanti provenienti dall’Australia, come la decisone di abolire la carbon tax, a dimostrazione di un’assoluta indisposizione “a prendere sul serio il processo sul clima delle Nazioni Unite”.

 

“Questa settimana si è tenuta una riunione ministeriale sulla finanza con quasi nessun finanziamento effettivo:  i colloqui  sono in fase di stallo perché i paesi ricchi si rifiutano di impegnarsi  per un meccanismo internazionale sui danni e perdite per gli eventi estremi”, continua il WWF. “A Varsavia non si è visto alcuna intenzione di aumentare la  riduzione delle emissioni , né un maggiore sostegno per l’adattamento prima del 2020 – su queste cose si è realmente fatto un passo indietro. Manca un percorso chiaro per raggiungere un accordo globale alla COP di Parigi 2015”.

 

“L’Unione Europea  – gli fa eco Greenpeace – è ostaggi del governo della Polonia e dei suoi amici dell’industria del carbone; da questa morsa deve svincolarsi per tornare a guidare l’agenda sul clima se a Parigi, nel 2015, vogliamo che si dia vita a un accordo significativo.”