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Olio di palma: l’Indonesia incentiva la deforestazione

Cala la domanda estera di olio di palma? Il governo risponde con un piano di sussidi per promuovere i biocarburanti nel mercato interno

Olio di palma l’Indonesia incentiva la deforestazione

 

(Rinnovabili.it) – L’export di olio di palma è in calo, perciò l’Indonesia tenta di alimentare la domanda interna puntando sull’indipendenza energetica grazie ai biocarburanti. In tutto ciò, a rimetterci sono le foreste e la biodiversità.

L’offerta ha iniziato a superare la domanda da quando le campagne internazionali in difesa dell’ambiente e degli animali hanno indotto molte aziende ad abbandonare o ridurre l’utilizzo di olio di palma. Si tratta di uno dei prodotti letteralmente esplosi negli ultimi anni, che si portano dietro un inferno di deforestazione, estinzione di specie protette, consumo smodato di acqua, schiavitù dei lavoratori e problemi di salute nei consumatori.

Tuttavia, il governo è deciso a non curarsi degli effetti collaterali, e di fronte al calo della domanda estera non ha fatto una piega, varando un piano di sussidi per promuovere l’uso dell’olio di palma nei biocarburanti all’interno del Paese. Se la favola dell’autosufficienza andrà in porto, tutti gli sforzi globali per ridurre la deforestazione saranno stati vani.

 

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Attualmente, la richiesta di olio di palma viene soprattutto dall’Europa – per i biocarburanti – e dagli Stati Uniti – per i grassi non idrogenati – ma sta crescendo sempre più l’uso in Cina e India come olio da cottura. Negli ultimi dieci anni, l’impennata nella domanda ha reso i tassi di disboscamento delle foreste tropicali indonesiane i più alti del mondo.

Olio di palma l’Indonesia incentiva la deforestazione -Dal 2017, però, è atteso un ulteriore calo delle esportazioni in Europa, per l’entrata in vigore dei requisiti di sostenibilità per i biofuel. Fra un anno e mezzo, essi dovranno garantire un risparmio di CO2 del 50% rispetto ai combustibili fossili. Non solo: non potranno essere ottenuti da terreni forestati, utili a stoccare carbonio. Tutto questo, l’industria dell’olio di palma non può permetterselo, perché già oggi non rispetta nessuno dei criteri.

 

Gli obiettivi del governo sui biocarburanti sono ambiziosi: 3.5 milioni di tonnellate entro il prossimo anno, il doppio degli 1.7 milioni prodotti nel 2014. Cifre molto difficili da raggiungere. Soprattutto, l’indipendenza energetica grazie all’olio di palma è una pura invenzione: i benefici, secondo gli analisti, ricadranno soltanto sull’industria, che continuerà ad arricchirsi.

«La politica ha l’obiettivo di proteggere l’industria – ha detto Will Mc Farland, dell’Overseas Development Institute di Londra – Riorientare la domanda verso il mercato interno permette all’Indonesia di controllare più saldamente volumi e prezzi».