Il rapporto 2015 dell’ISAAA fotografa lo stato delle colture OGM sul pianeta. Il biotech cresce del 4%, ma in Europa si registra un calo del 3%
(Rinnovabili.it) – Gli OGM nel mondo crescono ancora, ma non in Europa. È il verdetto del rapporto 2015 dell’ISAAA (International Service for the Acquisition of Agribiotech Applications), che disegna il quadro delle semine organismi geneticamente modificali su scala planetaria. Nel 2014 gli ettari coltivati con queste tecniche sono saliti a 181.5 milioni, un’area equivalente a circa 15 volte la superficie agraria italiana. Si tratta di una crescita del 4% rispetto al 2013, un trend in aumento da 19 anni.
Sono 28 i Paesi che nel mondo hanno coltivato biotech nel 2014, ma solo cinque con percentuali significative. Gli OGM sono concentrati soprattutto negli Stati Uniti (73.1 milioni di ettari), in Brasile (42,2 milioni), Argentina (24,3 milioni), India (11.6 milioni) e Canada (11,6 milioni), dove a novembre sono state trovate morte 37 milioni di api a causa di pesticidi vietati in Ue (ma presto le cose potrebbero cambiare). Cominciano a crescere anche in Cina (3,6 milioni) e nei Paesi di via di Sviluppo, dietro il pressing delle multinazionali.
Oltre alla maggior quantità, anche la maggior varietà di colture manipolate geneticamente cresce negli USA: mais, soia, colza, barbabietola da zucchero, cotone, alfa alfa (“erba medica”), zucca e papaia. Il Canada si piazza secondo con colza, mais, soia e barbabietola. Lo Stato nordamericano divide il podio con la Cina, che, seppure in quantità minori, si piazza anch’essa seconda in quanto a varietà: coltiva infatti cotone, papaia, pomodori e peperoni. Brasile e Argentina, al terzo posto, puntano su mais, soia e cotone, mentre l’India si “limita” a quest’ultimo, che foraggia il settore tessile.
Tra i grandi blocchi, a fare da contraltare è soltanto l’Europa. Nel Vecchio continente, i terreni seminati con il mais MON810 della Monsanto (l’unico approvato dall’EFSA) sono calati del 3% nel 2014.
Secondo il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, questo cambio di tendenza arriva «a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse. La superficie OGM in Europa si è ridotta ad appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro, ben il 92 per cento del mais biotech europeo è coltivato in Spagna, dove sono stati seminati 131.538 ettari, mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca».
Moncalvo loda poi anche la «positiva decisione» dell’Italia, che con il decreto Galletti-Lorenzin-Martina ha appena prorogato di 18 mesi il divieto di piantare mais OGM nel Belpaese.