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Oceani di plastica, centinaia d’anni di inquinamento

Anche se si fermassero ora le fonti d'inquinamento, le gigantesche isole di spazzatura che si ritrovano nel Pacifico e nell’Atlantico continuerebbero a crescere per centinaia di anni

 

(Rinnovabili.it) – Non importa da quale parte del mondo arrivino, i rifiuti di plastica buttati in mare possono fare il giro del mondo finendo in uno qualsiasi dei cinque oceani. A rivelarlo è un’indagine del Centre of Excellence for Climate System Science che ha dimostrato come, a livello mondiale, gli esseri umani abbiano immesso così tanta plastica nei mari che, anche se questa deleteria pratica venisse interrotta oggi, le gigantesche isole di spazzatura che si ritrovano nel Pacifico e nell’Atlantico continuerebbero a crescere per centinaia di anni.

 

Gli scienziati del Centro hanno esaminato come queste Garbage Patch, alcune delle dimensioni della Penisola Iberica, siano lo stretto risultato delle correnti oceaniche.

 

“Ci sono cinque patch noti negli oceani subtropicali tra ogni continente. Ognuno contiene così tanta plastica che se si dovesse trascinare una rete in queste zone si tirerebbero su più rifiuti che pesci”, ha spiegato l’autore Erik Van Sebille. “È interessante notare come la nostra ricerca suggerisca la formazione di un’isolar di spazzatura più piccola all’interno del Circolo Polare Artico, nel Mare di Barents, anche se non ci aspettiamo che appaia per altri 50 anni”.

 

Un altro risultato importante dello studio australiano mostra, per la prima volta, che giganti vortici oceanici, alcuni fino a 50 km, abbiano contribuito alla migrazione di queste isole di plastica facendogli percorrere anche migliaia di chilometri; in altre parole questo significa che la spazzatura, indistintamente dalla sua provenienza, potrebbe finire nel patch esistente dall’altra parte del mondo.

 

“Questi rifiuti polimerici, anche di minuscole dimensioni, influenzano gli ecosistemi. – continua Sebille – Tuttavia, la plastica ha in qualche modo lo stesso ruolo del canarino della miniera di carbone: le sostanze chimiche tossiche, che sono molto più pericolose per l’ecologia, sono trasportate dalle correnti nello stesso modo e vengono effettivamente assorbite dalle particelle di plastica”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.