Fine delle discussioni interne a Strasburgo. La risoluzione votata in aula chiede di ridurre del 55% le emissioni europee nel 2030 per raggiungere la completa decarbonizzazione entro metà secolo
I legislatori europei danno una sferzata agli obiettivi taglia emissioni di Bruxelles e chiedono un aumento del 35% della spesa UE per la ricerca climatica
(Rinnovabili.it) – Sì al completo azzeramento dei gas serra entro la metà del secolo. La plenaria dell’Europarlamento dice la propria sulla strategia di decarbonizzazione comunitaria e lo fa alzando gli obiettivi taglia emissioni proposti dall’esecutivo UE. Con una risoluzione votata in aula lo scorso 14 marzo, i legislatori chiedono oggi che il blocco si impegni per aumentare gli sforzi climatici: meno 55% di emissioni al 2030 (rispetto al 40% richiesto dalla nuova direttiva) per raggiungere il 100% nel 2050.
E se qualcuno dovesse storcere il naso di fronte a percentuali che non soddisfano le proprie aspettative, sappia che i numeri approvati da Strasburgo sono il risultato di intere settimane di lotte intestine. Il pomo della discordia è stato il documento contenente la strategia climatica europea a lungo termine: sia la Commissione Ambiente (ENVI) che quella dell’Industria (ITRE) hanno insistito per rappresentare la posizione ufficile del Parlamento, redigendo la propria risoluzione da votare in aula.
Il risultato? Il Parlamento UE si è trovato tra le mani due documenti profondamente differenti negli aspetti cruciali. Per risolvere la questione è stata presentata una terza versione di compromesso fra i due testi, mix di tutte le posizioni espresse (ad esclusione di quelle del gruppo dei conservatori e riformisti europei) ma molto meno ambiziosa rispetto a quanto proosto dall’ENVI. Ed è esattamente questa ad aver ricevuto il via libera dalla plenaria.
Adottata con 369 voti favorevoli, 116 voti contrari e 40 astensioni, la risoluzione afferma che solo due degli otto scenari (“percorsi”) proposti dalla Commissione europea nella sua comunicazione di novembre consentirebbero all’UE di raggiungere, entro il 2050, l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra e che tale obiettivo sia l’unico compatibile con gli impegni dell’Unione nel quadro dell’Accordo di Parigi sul clima. I deputati hanno anche sottolineato che per raggiungere un obiettivo taglia emissioni del 100% nel 2050 nel modo più efficiente in termini di costi, è necessario innalzare il livello di ambizione 2030.
Questo percorso di decarbonizzazione non premierebbe solo l’ambiente: se gestito in maniera adeguata e col giusto sostegno alle regioni, settori e cittadini più vulnerabili, potrebbe potenzialmente creare 2,1 milioni di nuovi posti di lavoro. Per questo motivo i parlamentari europei chiedono che venga instituito “un fondo per una transizione giusta” che sostenga i territori più colpiti dalla transizione energetica. La risoluzione chiede anche che la strategia UE privilegi la riduzione diretta della CO2 e il potenziamento dei pozzi di assorbimento e delle riserve naturali (come le foreste) rispetto alle tecnologie di sequestro artificiale, “che devono ancora essere utilizzate su larga scala e che comporterebbero notevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare”. Infine, i deputati chiedono di destinare una quota minima del 35% delle spese per la ricerca (Horizon 2020) a sostegno degli obiettivi climatici.