L’Istituto francese di Sicurezza Nucleare sospetta una fuoriuscita accidentale di rutenio 106 tra Russia e Kazakistan. Nessun pericolo per la salute umana
Si cerca l’origine dell’incidente nucleare che ha rilasciato rutenio 106
(Rinnovabili.it) – Un’impercettibile nube di inquinamento radioattivo ha coperto l’Europa dai primi giorni di ottobre. Invisibile agli occhi, ma non alle strumentazioni degli istituti di sicurezza nucleare europei che hanno immediatamente rilevato elevati livelli di rutenio 106 nell’aria di Germania, Svizzera, Austria e Francia. La nuvola è arrivata anche nel nord Italia, dove sono stati sono stati registrati “livelli modesti” del radionuclide in Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia.
Mentre gli istituti sanitari avvertono che non vi è alcun pericolo per la salute umana, c’è ancora chi cerca di capire origine e cause della contaminazione. Secondo l’Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire (IRS), braccio tecnico dell’Authority nucleare francese ASN, l’origine della nube radioattiva è da collocare tra Russia e Kazakistan. Difficile definire il luogo geografico con precisione, ma in base ai modelli meteorologici, la zona più plausibile si troverebbe a sud delle montagne Ural, tra gli Urali e il Fiume Volga. “Le autorità russe hanno affermato di non essere a conoscenza di un incidente sul loro territorio”, ha commentato il direttore dell’IRSN Jean-Marc Peres raggiunto al telefono dalla Reuters, aggiungendo di non aver ancora contattato le autorità kazake. Quello che è certo, per ora, è che difficilmente un evento del genere possa passare inosservato.
Gli scienziati francesi stimano che, per i livelli rilevati, la quantità di rutenio 106 rilasciato sia stata decisamente importante, tra i 100 e i 300 teraBecquerel e che se un episodio di tale grandezza fosse avvenuto in Francia avrebbe richiesto l’evacuazione degli abitanti in un raggio di parecchi chilometri intorno al luogo d’origine.
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Attualmente si esclude un incidente ad un impianto nucleare: è più probabile che il rutenio 106 sia fuoriuscito da un sito di trattamento del combustibile nucleare o da un centro di medicina radioattiva. Si conferma che le concentrazioni del radionuclide nell’aria non hanno alcuna conseguenza per la salute umana e per l’ambiente.