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Nucleare: a Fukushima perdita radioattiva, in Belgio crepe nei reattori

Ieri a Fukushima è tornato lo spettro della catastrofe nucleare, dopo la perdita di acqua radioattiva. Intanto il Belgio trema per 16 mila crepe in due reattori

Nucleare a Fukushima perdita radioattiva, in Belgio crepe nei reattori

 

(Rinnovabili.it) – I sensori presso la centrale nucleare di Fukushima hanno rilevato una nuova perdita di acqua altamente radioattiva con inquinamento del mare. Lo ha annunciato ieri la Tepco, che gestisce la centrale. L’azienda ha dichiarato che i livelli di contaminazione più alti del normale sono stati segnalati intorno alle 10:00 (ora locale), con radiazioni da 50 a 70 volte maggiori rispetto al solito. Un’altra dimostrazione di come il gestore dell’impianto incontri evidenti difficoltà nella messa in sicurezza, in seguito alla combo di terremoto e tsunami nel 2011, che ha dato vita a uno dei più gravi disastri atomici della storia.

La Tepco ha detto che i sensori, posizionati su una tubatura che porta acqua piovana e sotterranea dalla centrale ad una baia vicina, hanno rilevato livelli di contaminazione record e a quel punto la “grondaia” è stata chiusa per evitare contaminazioni e il deflusso di quelle acque nell’Oceano Pacifico. Restano forti perplessità sulla capacità della Tepco di affrontare efficacemente i rischi derivanti dal trattamento dell’acqua contaminata, usata per raffreddare i reattori danneggiati e il combustibile fuso al loro interno.

 

Rischio nucleare in Belgio: crepe nei reattori

Ma le perplessità diventano inquietudine sapendo della recentissima scoperta di oltre 16 mila crepe in due reattori nucleari in Belgio: Doel 3 e Tihange 2. Un pericolo che può avere implicazioni globali, ha detto il capo della sicurezza nucleare del Paese. L’Authority e un gruppo di esperti indipendenti hanno chiesto controlli immediati nei vessels delle centrali di tutto il mondo.

I vessels sono quei grandi recipienti d’acciaio che contengono il nocciolo, le barre di controllo e il fluido refrigerante. Il deterioramento di queste componenti può causare incidenti nucleari catastrofici con massiccio rilascio di radiazioni.

A metà 2014 i dati sostenevano 435 reattori nucleari commerciali in tutto il mondo avessero un’età media di 28,5 anni. Di questi, 170 (il 44% del totale) hanno più di 30 anni, e 39 più di 40 anni. Nel 2015 Doel 3 compie 33 anni, mentre Tihange 2 spegnerà 32 candeline. Senza troppe conseguenze, si spera.